Polizze assicurative: gli italiani ne sanno poco e perdono così opportunità
Il 60% degli italiani dimostra di conoscere i concetti di premio, franchigia e massimale, ma soltanto il 13,9% risponde correttamente alle domande di controllo dei rischi. È quanto emerge da un'indagine che Doxa e Ipsos hanno condotto per conto dell'Ivass.

Il mese dell’educazione finanziaria è l’occasione per fare il punto sul livello di conoscenza dei concetti base riguardanti il risparmio e la previdenza. È in questo contesto che l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha affidato al team di ricerca comportamentale dell’Università di Milano-Bicocca e a Doxa un sondaggio sulla familiarità degli italiani con le polizze. È emerso che soltanto un italiano su 2 mila, pari allo 0,05%, conosce queste soluzioni.
Premio e massimale tra i concetti più noti
Il 60% degli intervistati dimostra di conoscere i concetti di premio assicurativo, franchigia e massimale, ma soltanto il 13,9% risponde correttamente alle domande di controllo dei rischi. Se poi si passa ai prodotti, solo una persona su 2 mila è in grado di descrivere correttamente una polizza infortuni, una copertura di previdenza complementare e una polizza caso morte.
Per altro, c’è un netto divario di genere, con le donne meno informate degli italiani su queste tematiche. Anche se c’è un aspetto curioso: mentre tre intervistate su quattro considerano medio-bassa la propria competenza assicurativa, tra gli uomini la consapevolezza di non saperne abbastanza scende al 35%. In sostanza, si è convinti di possedere una padronanza in materia che non c’è, con tutti i rischi che ne derivano.
Insoddisfazione per la mancata chiarezza
Lo studio rivela poi che oltre la metà degli italiani è insoddisfatta per la comprensibilità delle polizze loro proposte. Il linguaggio è considerato troppo tecnico, a volte le spiegazioni sono troppo lunghe e, in ogni caso, non consentono di capire immediatamente le caratteristiche del prodotto e i rischi connessi.
Ma quali sono i timori degli italiani, base fondamentale per comprendere il potenziale delle assicurazioni? In merito ai timori per il presente e per il futuro, gli intervistati mettono al primo posto i problemi di salute per malattie o infortuni (76,7%), ma soltanto il 10,6% sottoscrive una polizza malattie e il 20,2% una polizza infortuni.
I rischi della sottoassicurazione
La mancata conoscenza è alla base della sottoassicurazione che contraddistingue gli italiani, anche rispetto a rischi enormi, come quelli di distruzione dei beni più cari, a cominciare dall’abitazione. Ad esempio, in merito alle polizze catastrofali si stima che siano state sottoscritte solo dal 2% dei cittadini e dal 5% delle imprese del nostro Paese. Questo nonostante il moltiplicarsi di eventi naturali estremi e l’obbligo di polizza di questo tipo per il mondo del business dall’inizio del prossimo anno.
In particolare, il vincolo riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia, o con sede all’estero ma stabile organizzazione in Italia, tenute all’iscrizione nel Registro delle imprese, con l’eccezione di quelle agricole, per le quali opera il Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici, istituito nel 2021.
La copertura deve riguardare terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali. La polizza eventi atmosferici deve essere destinata alla copertura dei danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatisi sul territorio nazionale. La norma specifica la tipologia di evento da considerare catastrofale elencando espressamente i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.
L’alluvione in Emilia-Romagna ha riportato all’attenzione la necessità di coprire anche i privati, ipotesi discussa anche in ambito governativo, ma archiviata per mancanza di risorse. Questo perché è difficile immaginare l’introduzione di un obbligo di questo tipo con la spesa posta esclusivamente a carico dei cittadini, che la percepirebbero come una nuova tassa. Eppure, secondo uno studio dell’Ania, il 75% delle abitazioni italiane è esposto al verificarsi di eventi naturali estremi, per cui il risultato dell’inazione è un’assunzione di rischio enorme.
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