Perché è importante proteggersi dalle calamità con un'assicurazione
Cresce, ma molto lentamente, il numero degli italiani che assicura la propria abitazione dal rischio di eventi naturali estremi. Una situazione che cozza con il rapido incremento di questi fenomeni. Così prende corpo l'ipotesi di una soluzione semi-obbligatoria.

Gli eventi atmosferici estremi stanno diventando sempre più frequenti, con la conseguenza di generare vittime e distruzioni. Questo mentre di pari passo i conti pubblici faticano sempre più a intervenire in caso di emergenza. È la combinazione di fattori con la quale ci troviamo a fare i conti e che suggerisce una maggiore attenzione verso le coperture assicurative dai danni legati alle calamità.
L’assicurazione obbligatoria per gli edifici resta sulla carta
Ciclicamente si torna a parlare della possibile introduzione di una polizza obbligatoria per gli edifici contro i danni derivanti da calamità naturali, ma poi non se ne fa nulla. Nelle scorse settimane la Camera ha assegnato alla Commissione Ambiente un disegno di legge in tal senso, che raccoglieva lo spirito di iniziative simili seguite nelle scorse legislature, ma per il momento il documento non ha fatto consistenti passi in avanti per quel che concerne l’iter parlamentare.
L’obiettivo è rovesciare il sistema attuale, fondato sull’intervento a posteriori dello Stato, chiamato in causa a ogni tragedia per fornire un ristoro ai soggetti maggiormente danneggiati. Un approccio che si richiama al principio di solidarietà sancito dalla Costituzione, che come detto fatica sempre più ad essere messo in pratica alla luce delle difficoltà che caratterizzano i conti pubblici.
Decollo lento per le polizze volontarie
Mentre di pari passo faticano a diffondersi le polizze volontarie, anche se qualche passo in avanti è stato fatto. Nel 2016 erano solo 600mila le abitazioni assicurate contro i rischi catastrofali, mentre cinque anni dopo si è arrivati a un milione e mezzo. Intanto le somme assicurate per il solo rischio terremoto ammontano a poco meno di 200 miliardi, quelle per il solo rischio alluvione a poco più di 50 miliardi, mentre sfiorano i 140 miliardi di esposizione quelle per le polizze con entrambe le coperture catastrofali.
Secondo uno studio dell’Ania, sebbene il 75% delle abitazioni italiane sia esposto al verificarsi di eventi naturali estremi, appena poco più del 3% è coperto da una polizza specifica, con quote maggiori nelle aree a basso rischio.
In particolare, per quanto riguarda il rischio sismico, risulta che circa il 37% delle abitazioni civili è situato nelle zone a più alta pericolosità; questa quota sale poi a quasi il 50% quando si considera il rischio alluvionale.
Inoltre, stando a un’analisi condotta dall’Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali (Anra), l’Italia è il paese in Europa più sotto assicurato contro le calamità naturali, con appena il 3,2% di perdite assicurate.
Valori contenuti rispetto alla posta in gioco. Da qui l’indicazione di procedere con una soluzione obbligatoria, come da tempo previsto in altri Paesi, che garantirebbe una maggiore sostenibilità per le compagnie e, a cascata, costi più bassi per assicurarsi. In realtà il modello prevalente – almeno in Europa – è quello della polizza semi-obbligatoria, caratterizzata dal fatto che il premio viene calcolato sulla base di una tariffa fissata dallo Stato e modulato in funzione della tipologia di immobili.
Stando al disegno di legge della Camera, almeno in un primo momento l’obbligo di assicurazione dovrebbe degli edifici situati nei territori maggiormente esposti ai rischi, compresi eventi sismici e di dissesto idrogeologico, subordinando il vincolo alla deliberazione dello stato di emergenza in relazione a eventi calamitosi di origine naturale. Negli orientamenti parlamentari è prevista anche la deducibilità del premio versato al momento di effettuare la dichiarazione dei redditi e uno sconto dell’eventuale Imu da versare. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe aiutare a superare le barriere culturali, che ancora oggi continuano a frenare la diffusione di queste polizze pure a fronte di fenomeni naturali estremi sempre più frequenti.