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Bollo auto: si cambia. L’importo si calcola sulle emissioni

Pubblicato il 21/06/2019
Bollo auto: si cambia. L’importo si calcola sulle emissioni

La tassa di proprietà delle automobili potrebbe presto abbandonare l’attuale sistema di calcolo basato sulla potenza del mezzo e sulla classe ambientale.

Tutto parte dalla recente approvazione da parte del Governo del protocollo “Aria Pulita”, che prevede di disincentivare l’utilizzo dei veicoli che producono alti livelli di inquinanti. Da qui, la proposta sul nuovo bollo auto, che dovrebbe funzionare seguendo un criterio simile al sistema bonus-malus utilizzato per l’RC Auto.

Saranno premiate con una tassa più bassa quelle auto dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) più contenute, mentre verranno penalizzate con un importo del bollo più alto i modelli con valori di CO2 più elevati.

La proposta dell’esecutivo non è ancora definitiva, visto che l’Europa spinge per una variante di calcolo del bollo in base all’uso del veicolo. In più, prendere come riferimento la sola produzione di CO2 può favorire i motori a gasolio, che però sono i propulsori più inquinanti dal punto di vista delle emissioni di particolato.

L’attuale calcolo del bollo

Nella news “Bollo auto: come si calcola in Italia e nel resto d’Europa?” abbiamo spiegato che per le quattroruote più recenti, classe Euro 4, Euro 5 ed Euro 6, il Fisco chiede 2,58 euro a kW fino a 100 kW e 3,87 euro per ogni kiloWatt eccedente. L’importo cresce per le vetture più datate, con le Euro 3 che fanno pagare rispettivamente 2,70 e 4,05 euro, le Euro 2 2,80 e 4,20 euro, le Euro 1 2,90 e 4,35 euro e le Euro 0 3 e 4,5 euro. Ad esempio, per una macchina Euro 6 con 70 kW di potenza (pari a 95 cavalli) si spendono 180,60 euro (il risultato di 2,58x70); ipotizzando invece una vettura di pari potenza ma di classe ambientale Euro 3, la somma da versare sarà di 189 euro (2,70x70).

Novità recenti sul bollo auto

Da una sentenza del 2019 della Corte Costituzionale si deduce che le singole Regioni possono introdurre esenzioni dell’imposta anche se non previste dalla legge nazionale, con il solo vincolo di non aumentarla oltre i limiti fissati dallo stesso legislatore statale. In base a questa ordinanza, i governi regionali potrebbero addirittura non far pagare il tributo ai proprietari dei veicoli.

L’esenzione è solo parziale per le auto storiche, di età compresa tra i 20 e i 29 anni, che possono usufruire dal primo gennaio di un consistente sconto sull’importo da versare.

La tassa di possesso è stata infatti ridotta del 50%, un’agevolazione che viene applicata a condizione che gli autoveicoli (ma anche i motoveicoli) siano in possesso del Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica rilasciato dall’Automotoclub Storico Italiano (o dalla Federazione Motociclistica Italiana) e Registri di Marca. Tali riconoscimenti devono essere annotati sulla carta di circolazione del mezzo.

A proposito di storiche: l’assicurazione

I veicoli iscritti ASI o FMI possono usufruire di polizze agevolate, in quanto la classe di merito viene fissata al di fuori del sistema bonus-malus. Tuttavia, per i mezzi più datati si può risparmiare anche con Segugio.it, il portale che consente di individuare l’RC Auto migliore sul mercato e con il rapporto prezzo- garanzie offerte dalla compagnia, più conveniente.

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A cura di: Paola Campanelli

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