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Revisioni auto “facili”, l’Unione Europea indaga

Bruxelles ha avviato un'indagine per capire se le revisioni auto in Italia sono superficiali. Si tratta di un passo preliminare che potrebbe sfociare in una procedura d’infrazione, dovuta a possibili irregolarità nelle ispezioni previste per i veicoli leggeri.

A cura di: Enrico Campanelli
A cura di: Esperto di assicurazioni
Laureato in Economia e Commercio all'Università del Salento, si dedica alla scrittura di contenuti in ambito di assicurazioni per portali auto e blog di settore. Inizia a curare la sezione Assicurazioni di Segugio.it dal 2019.

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Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 18/06/2024
meccanico fa la revisione auto
Revisioni auto superficiali

La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura pilota nei confronti dell’Italia per indagare sull’alta percentuale di auto promosse in fase di revisione. I dati nazionali dicono che il 99,8% dei veicoli leggeri passa i controlli, contro una media del 70% registrata nel resto del Vecchio Continente.

Il sospetto di Bruxelles è che in Italia le revisioni siano quantomeno superficiali. Alla base di questo trend, ci sarebbe la responsabilità degli ispettori addetti alla revisione: l’idea è che quest’ultimi tendono a far passare anche automobili non in regola perché operano in conflitto d’interesse, essendo dei dipendenti dei centri di revisione e non professionisti indipendenti come previsto dalla direttiva 2014/45 dell’UE.

Le autorità italiane hanno dieci settimane di tempo per fornire dei chiarimenti: se la risposta sarà ritenuta insufficiente, Bruxelles avvierà una procedura d’infrazione, con annesse pesanti sanzioni. 

Revisione auto: come funziona in Italia

La revisione deve essere effettuata entro quattro anni dalla prima immatricolazione della vettura, nel mese di rilascio della carta di circolazione, e successivamente ogni due anni, nel mese corrispondente a quello in cui è stata effettuata la precedente revisione.

In particolare, la vettura viene sottoposta a controlli identificativi, in cui si verifica la targa e il numero di telaio, e a vari controlli meccanici.

Quest’ultimi prevedono la verifica:

  • dell'impianto frenante;
  • dello sterzo;
  • delle sospensioni;
  • della carrozzeria e del telaio;
  • degli pneumatici;
  • di fari anteriori, indicatori di direzione e luci posteriori;
  • dei gas di scarico – tramite un analizzatore collegato alla marmitta che valuta il livello di emissioni.

Se il veicolo supera i controlli viene applicata sulla carta di circolazione un'etichetta adesiva che riporta la dicitura "regolare" e il chilometraggio percorso dall’auto.

Se, invece, la vettura presenta dei problemi, l'esito da registrare potrebbe essere "ripetere" o "sospendere". Nel primo caso, il difetto rilevato dal personale tecnico non è grave (ad esempio, il malfunzionamento dei fari) e l’auto potrà circolare fino alla successiva revisione, da effettuare entro 30 giorni sempre presso lo stesso Centro. Il secondo esito, invece, è da attribuire a difetti gravi che non consentono all’auto di circolare rispettando i criteri di sicurezza: dunque, la vettura può essere utilizzata solo per recarsi in un'officina dove eseguire gli interventi di ripristino e per tornare presso lo stesso Centro di revisione.

Costo della revisione auto

Gli automobilisti pagano 45,00 euro se effettuano la revisione presso le officine della Motorizzazione Civile oppure 79,00 euro se scelgono un Centro privato autorizzato.

Circolare con la revisione scaduta: cosa si rischia?

Le forze dell’ordine possono comminare una sanzione amministrativa di importo compreso tra 173,00 e 694,00 euro. Inoltre, il veicolo viene sospeso dalla circolazione fino al sostenimento dell’ispezione (con esito positivo). L'importo della sanzione è raddoppiabile in caso di revisione omessa per più di una volta in relazione alle cadenze previste dalle disposizioni vigenti.

Circolare con un mezzo non revisionato può portare problemi ancora più gravi se l'automobilista si rende responsabile di un sinistro. In questo caso, l’assicurazione potrebbe applicare il diritto di rivalsa, ossia garantire il risarcimento ai terzi danneggiati ma chiedere al proprio assicurato la restituzione delle somme liquidate.

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