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Polizze contro le calamità naturali: Italia verso l’obbligo

Per ora siamo ancora ai progetti di legge, ma sempre più va prendendo piede l'ipotesi di introdurre in Italia una polizza obbligatoria contro gli eventi atmosferici estremi, quanto meno per gli edifici ubicati nelle aree definite a maggior rischio sismico.

Pubblicato il 31/03/2023
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Italia verso l'obbligo di polizze contro calamità naturali

Da fenomeni eccezionali ad accadimenti sempre più frequenti, che causano vittime e danni economici spesso rilevanti. Complici i cambiamenti climatici, le calamità naturali sono diventate un problema da non sottovalutare e questo spiega la volontà del legislatore di favorire il mercato delle polizze nel settore.

L’iniziativa parlamentare

La Camera ha assegnato alla Commissione Ambiente un disegno di legge di iniziativa parlamentare che delega al governo per disciplinare “l’assicurazione degli edifici contro i danni derivanti da calamità naturali”. Non è la prima volta che il Parlamento si occupa di questo argomento, anche se finora non è mai arrivata in porto una normativa specifica, ma proprio la crescente sensibilità di cittadini e imprese dopo gli ultimi eventi estremi consente un po’ di ottimismo.

Nel nostro Paese vige un sistema di intervento ex post: dopo un disastro di origine naturale, viene chiamato in causa lo Stato affinché intervenga per risarcire i danni subiti dai cittadini emanando una normativa ad hoc. Questo approccio, ispirato al principio di solidarietà sancito dalla Costituzione, fatica sempre più ad essere messo in pratica alla luce delle difficoltà che caratterizzano i conti pubblici.

Così, da noi le uniche coperture assicurative sono di tipo volontario, il che comporta costi elevati per i cittadini, mentre in altri Paesi vige l'obbligo di assicurarsi, il che garantisce una vasta diffusione di coperture, quindi una maggiore sostenibilità per le compagnie e, a cascata, costi più bassi per assicurarsi. Anche se il sistema più diffuso è quello dell’assicurazione semi-obbligatoria, caratterizzato da obblighi limitati ai soli rischi catastrofali nelle polizze base, commercializzate su base volontaria. Così, i possessori di una polizza incendio vedono automaticamente estendersi la copertura assicurativa anche contro i rischi di alluvioni, terremoti e così via.

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La soluzione italiana

Secondo quanto emerso finora dai lavori parlamentari, l’orientamento italiano sarebbe quello della soluzione intermedia, anche alla luce del successo riscontrato dalle polizze semi-obbligatorie in mercati vicini, dalla Francia alla Spagna, al Belgio.

In particolare, nel primo caso il costo della polizza viene calcolato sulla base di una tariffa fissata dallo Stato ed è modulato in funzione della tipologia di immobili. Mentre in Gran Bretagna la tutela è compresa nell’assicurazione privata della casa che copre i rischi di danni derivanti da terremoti, alluvioni e tempeste. È attivo un partenariato pubblico-privato, ma lo Stato non provvede al risarcimento delle perdite e alla riassicurazione. Il risultato è una copertura del 90% contro il 3% circa in Italia, con alcune province che a stento arrivano all’1%.

Alla luce di questa situazione, il Parlamento italiano sembra orientato a introdurre l’obbligo di assicurazione degli edifici situati nei territori maggiormente esposti ai rischi, compresi eventi sismici e di dissesto idrogeologico, subordinando il vincolo alla deliberazione dello stato di emergenza in relazione a eventi calamitosi di origine naturale. Scriviamo “sembra” dato che in realtà non c’è ancora nemmeno un accordo di massima tra le forze politiche sullo strumento da introdurre, per cui si tratta al momento solo di un orientamento di carattere generale.

Così come resta da chiarire l’aspetto dei costi, che potrebbero oscillare da qualche decina di euro fino a oltre 100 all’anno per un trilocale. Per non creare particolari problemi alle famiglie in difficoltà, andrà determinata una soglia di reddito al di sotto della quale dovrà essere garantita la presa in carico dei costi da parte dello Stato, che a sua volta andrebbe a sottoscrivere polizze assicurative presso le compagnie di settore.

Negli orientamenti parlamentari è prevista anche la deducibilità del premio versato al momento di effettuare la dichiarazione dei redditi e uno sconto dell’eventuale Imu da versare. In entrambi i casi con percentuali ancora tutte da definire.

A cura di: Luigi dell'Olio

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