Ritardi record per i passaporti: viaggiatori in ginocchio
File di attesa lunghe anche fino a nove mesi. Il rinnovo dei passaporti sta diventando un incubo per tanti italiani, a cominciare da chi ha bisogno di viaggiare, per vacanze o per lavoro. Anche se qualche trucco per tagliare le file c'è. Vediamo quali sono.

Fino a nove mesi di attesa per ottenere il passaporto. È la situazione da allarme rosso con il quale devono fare i conti i viaggiatori che devono raggiungere Paesi extra-Ue. Cerchiamo di capire le ragioni di questa situazione e come è possibile tagliare la fila.
Viaggi saltati
Non c’è governo che, al momento dell’insediamento, non indichi la semplificazione e la digitalizzazione come obiettivi prioritari per migliorare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, rendendo quest’ultima “amica” di chi ha bisogno di pratiche e servizi. Eppure, i fatti spesso vanno in direzione opposta.
Un esempio in tal senso arriva dalle procedure per il rinnovo o il rilascio del passaporto, che fino a tre anni fa si faceva in giornata in buona parte del Paese. Poi cosa è successo? Innanzitutto pesa l’arrivo della pandemia, con buona parte dei documenti d’identità scaduti durante i lockdown e i periodi immediatamente successivi che non sono stati rinnovati. Di fronte al drastico crollo dei viaggi e anche al rischio percepito di essere contagiati dal Covid, molti italiani si sono disinteressati di procedure al rinnovo, bisogno emerso in tempi più recenti, con la conseguenza di creare lunghe file.
Basti pensare che finora sono sfumati 80mila viaggi organizzati, con una perdita di fatturato per le agenzie di viaggio pari a circa 150 milioni di euro secondo le rilevazioni di Assoviaggi.
Il peso della Brexit
Tra le altre cause di ritardo c’è la Brexit, con l’Inghilterra che, dopo essere uscita dall’Unione europea, richiede il passaporto e non più la carta d’identità per l’ingresso nel Paese.
Tutto questo mentre è calato ulteriormente il numero dei poliziotti attivi. Secondo rilevazioni del sindacato di categoria, gli organici effettivi sono ormai di 15-16mila unità inferiori a quelli previsti dal legislatore. Questo mentre di pari passo stanno crescendo le esigenze di sicurezza del Paese, dal controllo alle indagini sul territorio, alle esigenze di ordine pubblico, comprese quelle legate agli eventi dal vivo, che si stanno moltiplicando proprio per recuperare parte di quanto perso durante i lockdown pandemici.
La carta degli open day
Per tamponare l’emergenza sono stati organizzati degli open day (giornate in cui ci si può presentare in questura senza appuntamento per chiedere il passaporto), ma questa soluzione non si è rivelata risolutiva. Anche perché si sono generate file infinite e comunque questa soluzione ha tagliato fuori chi – come gli anziani – ha problemi di deambulazione.
Opportunità e limiti del salta-file, cioè la possibilità di non attendere il proprio turno, bensì di presentarsi in questura con tutto il necessario per richiedere il rilascio del documento. Opzione attivabile a patto di dimostrare l’urgenza del rilascio: motivi di salute, motivi familiari, per lavoro, per studio, ma anche per turismo (in questo caso occorre presentare i biglietti aerei). Se l’ufficio non ravvisa l’urgenza, può sempre rifiutarsi di rilasciare il documento.
Consegna a domicilio
Un’opzione che pochi conoscono è relativa alle modalità di consegna. Una volta pronto, anziché andare a ritirarlo in questura, è possibile chiedere che il passaporto venga spedito al domicilio prescelto, al costo di soli 8,20 euro da pagare direttamente al postino. Poste italiane spedirà il passaporto in una busta apposita e con assicurata. Una procedura che non riduce le tempistiche, ma quanto meno facilita la vita a chi potrebbe avere difficoltà a lasciare il lavoro in determinati giorni.