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Gli italiani si assicurano più che in passato

La pandemia, ma non solo. Negli ultimi anni, complici le difficoltà crescenti dei conti pubblici, è cresciuta l'attenzione delle famiglie italiane verso le coperture assicurative, anche relativamente ad ambiti differenti rispetto a quelli tradizionali.

A cura di: Luigi Dell'Olio
A cura di: Esperto di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
Si laurea in Giurisprudenza e diventa in seguito giornalista professionista, specializzandosi in economia e finanza. Collabora con primarie testate italiane, tra cui “la Repubblica” e “Affari&Finanza”. È inoltre coordinatore del mensile “Private” e autore per Segugio.it.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 21/04/2023
faldone con etichetta con scritta insurance
Aumenta la propensione ad assicurarsi

Prima la pandemia, che è piombata sulle nostre teste senza alcun segnale anticipatore. Quindi la recessione che ne è seguita, la guerra tornata ad agitare l’Europa dopo decenni di pace e il ritorno della volatilità sui mercati finanziari.

Da anni viviamo in uno stato di perenne incertezza, che ha portato alcuni analisti a definire la situazione attuale come di “permacrisi”. Una condizione che sta sempre più diventando strutturale a considerare anche il susseguirsi di eventi atmosferici estremi.

È in questa cornice che si inquadra la crescente attenzione degli italiani verso le coperture assicurative, al di là di quelle che sono le polizze obbligatorie come la RC Auto. Senza dimenticare la spinta che arriva dal mutato atteggiamento pubblico, con i conti statali che rendono sempre più complesso l’intervento a ristoro delle perdite subite dai privati.

Cresce l’attenzione verso i nuovi rischi

Secondo le statistiche dell’Ania (l’associazione delle imprese assicuratrici operanti in Italia), nel 2022 i premi totali danni sono cresciuti del 6,0% rispetto all’anno precedente, tanto da arrivare a quota 41,5 miliardi di euro. A questo proposito va ricordato che anche il confronto tra 2021 e 2020 era stato positivo, con un incremento nell’ordine del 2,8%. Non solo: la tendenza è in crescita da otto trimestri consecutivi e questo sta a indicare che non siamo in presenza di una normale fluttuazione, bensì davanti a un trend strutturale al rialzo.

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Assicurare l’auto costa meno rispetto al passato

L’aumento del totale dei premi danni rilevato alla fine del mese di dicembre 2022 è ascrivibile, in particolare, allo sviluppo del settore non-auto, che cresce di quasi il 10%, mentre la RC auto registra una riduzione dei premi dell’1,0%. Anche in questo caso si tratta di una tendenza che si va consolidando da tempo, con la concorrenza crescente dal lato dell’offerta che va a tutto beneficio degli assicurati. Oggi in pochi si limitano ad accettare la prima opzione disponibile; è sempre più frequente il ricorso a un comparatore per mettere a confronto tra le diverse offerte, alla ricerca della soluzione più conveniente per le proprie esigenze.

Il comparto infortuni e quello malattia sono cresciuti rispettivamente del 4,7% e del 13,0%. Anche se in assoluto il loro importo resta limitato (con un volume di premi che raggiunge rispettivamente 3,9 e 3,7 miliardi di euro), il loro progresso sta a indicare la crescente attenzione posta dagli italiani al tema. Di fronte agli imprevisti, meglio assicurarsi per evitare sgradite sorprese.

Intanto crescono anche il ramo incendio (+6,1% a quota 3,3 miliardi di euro) e la voce “altri danni ai beni” (+9,0% a 4,2 miliardi di premi).

Il peso dei canali distributivi: dai broker alle banche

I broker sono il secondo canale di distribuzione dei premi danni (dopo le assicurazioni), con una quota del 9,3%. Gli intermediari controllano la maggioranza del mercato nel ramo merci trasportate (53,5%), con quote importanti anche relativamente a corpi veicoli ferroviari (40,8%), credito (25,9%) e cauzione (21,8%). La stessa Ania segnala, poi, che la quota di mercato dei broker è sottostimata, in quanto non considera una parte importante di premi che questi professionisti raccolgono, ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese.

Cresce ancora la quota di mercato degli sportelli bancari, che a fine 2022 si attesta all’8,6% contro il 7,8% di dodici mesi prima. Questo accade in quanto si moltiplicano gli accordi tra istituti e compagnie di assicurazioni per sfruttare la rete sul territorio dei primi. Il discorso vale in primis per il ramo Perdite pecuniarie, nel quale le banche collocano il 34,6% del mercato in valore. Seguono gli infortuni (18,8%) e cresce anche l’incidenza nei rami malattia (16,5%) e incendio (12,4%).

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