Auto: in Italia sono sempre più datate
L’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri evidenzia che l’età media delle autovetture è cresciuta di oltre quattro anni tra il 2010 e il 2022. In particolare, sono numerose le vetture con età superiore ai 17 anni: circa una su quattro risulta infatti essere immatricolata prima del 2006.
Il parco circolante italiano non accenna a svecchiarsi.
La conferma arriva da una recente indagine dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), che a fine 2022 ha stimato l’età media delle autovetture a 12,2 anni, contro gli 11,8 anni del 2020, i 10,9 anni del 2017, i 9,5 anni del 2013 e gli 8,1 anni del 2010. Dunque, è evidente un trend dell’età in progressiva crescita.
Guardando invece la fotografia del parco circolante per direttiva Euro di emissione, si nota come il 24,7% delle quattro ruote – quasi una ogni quattro – rientri nelle categorie tra Euro 0 e Euro 3, ossia con oltre 17 anni di età. Particolarmente alto anche il numero di auto Euro 4, immatricolate tra il 2006 e il 2009 (dunque con più di 14 anni), che rappresenta il 23,7% del totale circolante.
I perché di un parco circolante datato
Le crisi affrontate dall'Italia negli ultimi anni (soprattutto la più recente del post pandemia) hanno pesato sul mercato dell’auto, rendendo gli italiani reticenti all’acquisto.
Una considerazione da non trascurare è anche il fatto che le vetture ultradecennali hanno una buona qualità costruttiva. Le auto commercializzate negli scorsi anni hanno fatto dei progressi enormi per ciò che riguarda i materiali di assemblaggio e la carrozzeria (più resistente alla ruggine); in più, nella maggior parte dei casi sono equipaggiate con dotazioni che le rendono sicure e confortevoli, come gli airbag, l'ABS (il sistema che evita il bloccaggio degli pneumatici durante la frenata) e il climatizzatore.
Svecchiare il parco circolante aiuta l’ambiente
Le vetture più datate hanno emissioni di CO2 (anidride carbonica) più alte rispetto agli attuali modelli. Da qui, la presa di posizione di molti Comuni del Nord con i blocchi alla circolazione dei mezzi più inquinanti.
Ricordiamo che chi vuole sostituire l’auto più inquinante in favore di una più ecologica può avvantaggiarsi degli incentivi statali, che quest’anno hanno preso il via lo scorso 10 gennaio. Il contributo è di 5.000 euro per chi rottama la vecchia macchina fino alla classe di emissione Euro 5 e ne immatricola una nella fascia di emissione CO2 0-20 grammi per chilometro (le elettriche), mentre ammonta a 4.000 euro per i mezzi nuovi i cui valori di CO2 sono compresi tra i 21 e i 60 grammi (le ibride plug-in). Senza la rottamazione, i due importi scendono rispettivamente a 4.000 e 3.000 euro.
Per le vetture con motore termico gli incentivi sono terminati già a gennaio: era previsto infatti un contributo di 2.000 euro solo con rottamazione.
Auto datate: il problema del caro assicurazione
È bene ricordare ancora una volta che un parco circolante più vecchio incide sul premio dell’RC Auto, visto che la spesa sostenuta per assicurare un veicolo datato è maggiore rispetto a uno immatricolato recentemente.
La conferma arriva dal portale Segugio.it, che confronta le assicurazioni auto più convenienti delle varie compagnie partner: qui di seguito, sono riportate due simulazioni con cui gli utenti possono farsi un’idea della differenza di premio.
Ipotizziamo la richiesta di un impiegato 45enne (prima classe di merito da almeno due anni, patente mai sospesa, zero sinistri negli ultimi cinque anni, percorrenza media annua di 15.000 chilometri), residente a Roma, che vuole assicurare una Fiat Panda benzina (modello FireFly Hybrid) immatricolata nel 2022.
Al 14 aprile la comparazione indica come miglior prezzo il preventivo Verti Ripara, che offre la copertura al prezzo di 373,40 euro.
Volendo invece assicurare il vecchio modello, Fiat Panda 1.2 Dynamic (acquistata sempre nel 2022, ma immatricolata nel 2004), converrà sempre sottoscrivere la polizza Verti Ripara, ma ad un prezzo questa volta di 441,83 euro. Dunque, per assicurare il modello più datato si spendono circa 70 euro in più, +18,33%.
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