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Premio assicurativo: come si calcola

Dal momento della liberalizzazione delle tariffe RC Auto, la personalizzazione delle stesse ha portato come conseguenza che non è più possibile calcolare il premio assicurativo di un autoveicolo senza ricorrere al computer: sono troppe le variabili in gioco.

Pubblicato il 10/04/2014

Aggiornato il 22/07/2014

Premio assicurativo: come si calcola

Dalla liberalizzazione delle tariffe RC Auto, la personalizzazione delle stesse ha portato come conseguenza che non è più possibile calcolare la tariffa di un autoveicolo senza ricorrere al computer e che, per lo stesso profilo di rischio, il prezzo finale dipende da variabili specifiche delle singole aziende, più difficili da confrontare.

Conseguenza di tutto ciò è che il consumatore che deve stipulare una polizza, per avere una visione più ampia dell’offerta relativa al proprio profilo di rischio, ricorre sempre più spesso ai comparatori online. Questi strumenti stanno diventando sempre più un’abitudine di acquisto, non solo nel settore delle assicurazioni, ma in tutti quei casi in cui il confronto tra le condizioni offerte dai vari operatori non è immediato e i vantaggi di costo possono invece essere rilevanti.

Come mai i prezzi (premi come si chiamano nel settore assicurativo), differiscono così tanto fra le varie compagnie di assicurazione? Per rispondere a questa domanda è necessario capire come viene costruito un premio assicurativo. Cercherò quindi di spiegare questo percorso nella maniera più elementare possibile, chiedendo scusa agli esperti di settore se, per amore di semplicità, verranno tralasciati alcuni elementi.

Il primo elemento è dato dalla frequenza (n. sinistri/n. polizze in portafoglio) moltiplicata per il carico medio (costo dei sinistri pagati+riservati/n. totale di sinistri denunciati). Così facendo si ottiene il cosiddetto premio puro.

Ecco quindi che, già a parità di condizioni, il premio puro è influenzato dall’andamento tecnico della compagnia.

A questo punto entra in gioco la personalizzazione che, come si vede dalla tabella sottostante, varia a seconda degli elementi che vengono presi in considerazione.

 

  Compagnia A Compagnia B Compagnia C Compagnia D
Zona Territoriale 0,755 0,538 1,842 ND
Età 0,773 0,949 0,79 1,313
Massimali 1,120 1 1 1,11
Frazionamento 0,950 1 1 1
Eta Veicolo 0,945 0,99 1,002 ND
Tipo Guidatore 0,980 0,94 1 0,91
Marca veicolo 1,000 0,975 1 ND
Classe Bonus-Malus 0,503 0,36 0,354 0,426
Uso del veicolo 1,000 1 1 1
Alimentazione-Cavalli Fiscali 2,360 ND ND ND
Carrozzeria veicolo 1,030 1,02 1 1
Mono sinistro 1,000 ND ND ND
Sinistrosità pregressa 0,858 0,92 0,974 0,87
Carrozzeria Convenzionata 1,000 ND ND ND
Rinuncia alla rivalsa 1,040 1,03 1,03 1,025
Patto per i giovani 1,000 ND ND ND
Scatola Nera 0,850 ND ND 0,95
Franchigia 1,000 1 ND ND
         
Coefficiente totale 0,533 0,426 0,677 0,383

 

 

I coefficienti vengono moltiplicati, nel caso delle compagnie di cui a tabella, per il premio puro aumentandolo o diminuendolo a seconda del peso che assumono i singoli coefficienti (se superiore a 1 aumentano il premio, se inferiore lo diminuiscono). Si otterrà così il premio di tariffa. Da notare che il coefficiente totale, ovviamente, non è la media dei singoli coefficienti, ma è il risultato del rapporto tra il premio di tariffa ed il premio puro (in questo caso impossibile da calcolare, visto che la tabella di cui sopra non riporta il premio puro ed il premio di tariffa).

Questo sistema permette alle singole compagnie di personalizzare in maniera puntuale il profilo di rischio. A questo punto cosa manca? Semplicemente di aggiungere i cosiddetti caricamenti che sono le spese di gestione (costi di struttura e costi amministrativi) e le spese di distribuzione (provvigioni per l’intermediario).

Siamo così faticosamente giunti al premio netto a cui andranno aggiunti il Fondo Vittime della Strada, il SSN e le imposte.

 

A cura di: Leonardo Alberti

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