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Assicurazioni, le quattro ruote non sono più l'unica priorità

I premi dei rami danni sono cresciuti, raggiungendo nel 2022 quota 35,7 miliardi. Un passo in avanti da attribuire non all'RC Auto, che in realtà registra un calo dei premi contabilizzati, ma al ramo danni non auto, che ha presentato un incremento dei premi. Bene il ramo Malattia e il ramo Incendi.

A cura di: Tiziana Casciaro
A cura di: Esperta di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
È una giornalista che si occupa prevalentemente di attualità, finanza e risparmio: collabora con Segugio.it, trattando di prestiti, mutui, mercati energetici e telefonia.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 17/10/2023
mani che giocano con cubi di legno
Come si sta evolvendo il comparto assicurativo in Italia

Non sono più le quattro ruote l’unica priorità degli italiani in termini assicurativi. Da qualche anno, infatti, si registra una maggiore attenzione verso altre forme di protezione. Un trend già confermato dai dati diffusi dall’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) relativi al 2022. In percentuale del PIL, infatti, i premi sono il 4,9% per i rami vita e l’1,9% per i rami danni. Lo scorso anno l’Italia si è posizionata al 7° posto tra i Paesi OCSE per rilevanza del settore vita rispetto al PIL, ma solo in 25esima posizione per i premi danni.

La raccolta danni durante il 2022 è cresciuta del 4,6% rispetto all’anno precedente. Ad occuparsene in buone parte sono le agenzie (76,7%), i broker (9,7%), gli sportelli bancari e postali (8,6%) e i punti vendita diretta (4,6%). L’IVASS rivela che il 42,6% interessa le polizze auto; il 20,1% le assicurazioni sugli immobili; il 19,5% le polizze sulla salute e il 10,5% coperture di RC generale.

I premi dei rami danni sono cresciuti dunque rispetto al 2021, raggiungendo quota 35,7 miliardi. Passi in avanti da attribuirsi però a settori diversi rispetto a quelli dell’RCA che – pur continuando comunque ad avere un ruolo importante nel mercato assicurativo Danni - registra un calo dei premi contabilizzati. Un andamento visibile anche se si volge lo sguardo ai primi sei mesi del 2023, dove il comparto auto ha registrato una crescita dei premi pari al 6,5%, mentre il ramo danni non auto ha presentato un incremento dei premi del 9,1%. A incoraggiare questa crescita sono in particolare il ramo Malattia e il ramo Incendi. Si registrano rispettivamente un aumento dei premi pari a +15,2% e +9,3%.

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Perché investire in polizze vita?

Le assicurazioni sulla vita hanno una duplice finalità: da una parte sono uno strumento di risparmio alternativo, dall’altra invece fungono da ancora di salvezza per le famiglie in caso di eventi drammatici, come la morte prematura di un membro di famiglia. Il business vita, secondo i dati IVASS, risente delle difficoltà dei mercati finanziari: lo scorso anno i premi, pari a 94 miliardi, hanno evidenziato un calo pari a -11,0%, soprattutto in relazione ai prodotti Linked.

Le assicurazioni vita ricoprono comunque un ruolo diverso in Italia rispetto al passato. Questo comparto risulta infatti in crescita anche se, rispetto ad altri Paesi Europei, stiamo ancora diversi passi indietro. Come si evince dall’indagine "Allontaniamo i rischi, rimaniamo protetti" di ANIA, le compagnie di assicurazione vita in Italia nel 2022 gestivano un risparmio di 717 miliardi, pari al 15% delle attività finanziarie delle famiglie. In rapporto al PIL si registrava un’incidenza di quasi il 38%, mentre la media europea si attestava al 41%. Da qui il percorso tracciato da ANIA, secondo cui bisogna lavorare ancora perché il comparto della previdenza privata integrativa possa crescere, informando i cittadini in maniera chiara e rendendo il sistema più aperto.

Quanto sono assicurati gli italiani?

Al di là dell’assicurazione auto e nonostante i passi in avanti fatti nel ramo danni non auto, il nostro Paese presenta ancora un divario di copertura rispetto agli altri principali Paesi europei. L’incidenza dei premi (escludendo il comparto automotive) sul PIL è pari all’1,1% in Italia, mentre la media europea si attesta al 2,3%. ANIA svela che il premio medio di un italiano è poco più di un terzo di quello di altri Paesi europei.

La bassa diffusione di polizze assicurative è evidente soprattutto in relazione alle calamità naturali. Pur essendo l’Italia esposta a un rischio sismico tra i più elevati e pur risultando fragile anche sul fronte del dissesto idrogeologico, solo il 5,3% delle case risulta assicurato contro le calamità naturali. Il 44,2% presenta un’assicurazione contro l’incendio. Su 35,3 milioni di abitazioni civili, solo 1,9 milioni sono protette da catastrofi come terremoti e alluvioni. Dopo la Grecia l’Italia è il Paese europeo con il più ampio gap di protezione assicurativa in tema di catastrofi naturali.

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