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Servizi personalizzati e meno rischi con l’intelligenza artificiale

Software in grado di "ragionare" al pari della mente umana: è lo scenario aperto dall’intelligenza artificiale, che sta rivoluzionando il mercato assicurativo, con ricadute positive sia nell’assistenza in caso di sinistri, sia nella scelta del prodotto più indicato per le proprie necessità.

Pubblicato il 20/04/2022
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Intelligenza artificiale e mercato assicurativo

Macchine in grado di svolgere attività “di pensiero” tradizionalmente appannaggio della mente umana. Si può sintetizzare così lo scenario aperto dall’intelligenza artificiale, che sta rivoluzionando il mercato assicurativo, con ricadute positive sia nell’assistenza in caso di sinistri, sia nella scelta del prodotto più indicato per le proprie necessità, sia anche nel rapporto con il consulente. Con ricadute positive anche per le compagnie, che attraverso questa strada possono fornire un servizio più efficiente e a costi inferiori, con una maggiore capacità di contrasto delle truffe.

Lo studio

Secondo un’indagine di Eiopa (l’autorità europea del settore assicurativo) già oggi il 31% delle compagnie attive nel Vecchio Continente utilizza applicazioni di artificial intelligence e machine learning, mentre un altro 24% è in fase progettuale o di sperimentazione.

Numeri destinati a crescere, secondo uno studio di McKinsey intitolato: “Insurance 2030—The impact of AI on the future of insurance”. La possibilità di istruire le macchine affinché apprendano dagli errori e dai dati che imparano a raccogliere e analizzare rivoluzionerà il concetto stesso di assicurazione: si passerà dall’attuale “rilevazione e riparazione” al focus su “previsione e prevenzione”. Il che promette di rendere molto più agile la gestione dei sinistri, così come la sottoscrizione delle polizze, che saranno più competitive in termini di prezzi. Sono attesi miglioramenti importanti anche sotto il profilo del processo decisionale e dell’esperienza cliente.

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Gli ostacoli da superare

Se queste sono le prospettive, non mancano gli ostacoli. Sia dal lato dei consumatori, sia delle strutture aziendali è fondamentale che si prenda dimestichezza con il potenziale delle nuove tecnologie, in modo da poterle sfruttare appieno.

Secondo lo studio di McKinsey, il salto maggiore verrà consentito dalla diffusione dell’internet of things, oggetti (come fitness tracker, assistenti domestici, smartphone e orologi intelligenti, dispositivi medici e elettrodomestici) capaci di dialogare tra loro grazie ad appositi sensori, anche senza l’intermediazione dell’uomo. Il report stima in mille miliardi i dispositivi connessi a livello globale entro il 2025.

Le informazioni raccolte consentiranno alle compagnie assicurative a comprendere più a fondo le esigenze dei propri clienti, a creare nuove categorie di prodotti assicurativi a prezzi personalizzati e offrire servizi in tempo reale.

L’aumento considerevole dei dati a disposizione porterà alla creazione di protocolli open source per garantirne la condivisione e l’utilizzo delle informazioni raccolte in vari ambiti. Ad esempio i dati diffusi da un dispositivo indossabile o in auto connessa potranno essere trasferiti via smartphone o smartwatch alle compagnie assicurative. Con queste ultime che di conseguenza potranno creare profili di rischio e generare in modo proattivo un preventivo ad hoc in base al comportamento e al profilo dei singoli consumatori.

A cura di: Luigi dell'Olio

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