Polizze vita: giù la raccolta premi
Nel primo semestre dell'anno la raccolta complessiva, sia vita sia danni, risulta in calo rispetto al 2019. A perdere è soprattutto il settore vita: la flessione è pari all'11,3% rispetto allo scorso anno. La maggiore riduzione si osserva nel segmento delle polizze vita 'pure'.

Cala la raccolta premi nei rami vita e danni nei primi sei mesi del 2020. Il totale ammonta a 68 miliardi di euro: registrato, dunque, un calo del 9,2% per cento rispetto al primo semestre dello scorso anno. La fotografia è stata scattata dall’Ivass nel nuovo bollettino statistico.
La contrazione è riconducibile alla raccolta vita che segna un -11,3%. Si tratta del settore prevalente nel mercato assicurativo italiano, con 49,1 miliardi di euro di premi. Il decremento principale, così come risulta dall’indagine dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, è evidente nelle polizze vite ‘pure’ di ramo I: registrata una flessione pari a -17,4% e a 6,7 miliardi di euro.
Un po’ meno pesante il calo delle polizze finanziarie, rami III e V, dove si registra una diminuzione del -3,2%. In particolare il ramo III, riguardante le polizze unit e index linked, diminuisce di 311 milioni di euro (-2,2%). I premi derivanti dalle operazioni di capitalizzazione (ramo V) - si legge nel bollettino statistico di Ivass - calano di 178 milioni di euro (-13,8%).
A presentare il segno più, invece, la produzione assicurativa vita con finalità previdenziali formata in prevalenza dal ramo VI e dalle produzioni specifiche di ramo I e III. Questo segmento mette a segno un +23,5% e si attesta a 4,3 miliardi di euro. Il ramo VI legato ai Fondi pensione risulta in forte crescita rispetto al 2019: +54,2%, corrispondente a 878 milioni di euro.
I Piani Individualistici Pensionistici di tipo assicurativo (Pip) di ramo I sono in calo su base annua (-6,3%); i Pip di ramo III risultano in crescita (+6,0%), nonostante la raccolta sia circoscritta a poco più di mezzo miliardo di euro.
L’Ivass, nel bollettino statistico relativo al primo semestre del 2020, sottolinea che la nuova produzione del settore vita è calata in totale di 5,1 miliardi di euro, pari a -13% rispetto allo stesso periodo del 2019. I principali canali di distribuzione per le polizze vita restano gli sportelli bancari e postali (56,3% del totale). Anche in questo caso l’Ivass rimarca un calo rispetto al 2019 quando la percentuale si attestava al 59,5%.
Scende poi la rilevanza della raccolta mediante consulenti finanziari: si è passati al 14,1% rispetto al 15,6% dello scorso anno. Segno più, invece, per la raccolta tramite rete agenziale: la percentuale nel primo semestre del 2020 è pari al 12,5% rispetto a 9,8% di un anno fa.
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In calo la raccolta danni
In calo del 3,1% su base annua la raccolta danni, che risulta pari a 18,9 miliardi di euro. La flessione riguarda soprattutto il comparto auto: registrata una diminuzione di 444 milioni per la sola Rc Auto. Non va meglio per il ramo perdite pecuniarie di vario genere, dove la raccolta è in calo di 123 milioni di euro.
I premi lordi contabilizzati relativi al comparto auto ammontano complessivamente a 7,9 miliardi di euro, in calo su base annua del -5,6%. Tale scenario prende forma dalla riduzione del ramo R.C. autoveicoli terrestri (-6,1%) a cui si aggiunge - per la prima volta dal 2015 - il calo su base annua del ramo Corpi di veicoli terrestri (-3,8%).
Il settore “non-auto” subisce una lieve flessione (-0,6% rispetto al 2019). Dal bollettino statistico dell’Ivass risulta che i rami in aumento sono: Responsabilità civile generale (+0,2%), Altri danni ai beni (+2,8%) e Incendio ed elementi naturali (+2,0%). In discesa i rami Infortuni e Malattia che risultano in calo rispettivamente di -53 e -23 milioni di euro.
I canali prevalenti per le polizze danni sono le agenzie con mandato: 70% del totale dei rami e l’84,1% della Rc autoveicoli terrestri. Si piazzano in seconda posizione i brokers (13,9%) e gli sportelli bancari e postali (6,9%). Per la distribuzione di polizze Rc autoveicoli terrestri risultano molto attivi anche altri canali di vendita diretta (telefono, internet) con una quota dell’8,2%.