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Polizze verso lo sconto per chi paga subito le imposte

Meno tasse da pagare per i possessori di fondi comuni e polizze, ma a patto di versare subito quanto dovuto. È questo l'orientamento del Governo, che in questo modo conta di reperire parte delle risorse necessarie per finanziare gli interventi contro il caro-energia.

Pubblicato il 02/12/2022
calcolatrice che mostra scritta taxes
Imposta ridotta sui guadagni da fondi comuni e polizze vita

Pagare meno tasse, a patto di pagarle in anticipo. Potrebbe puntare su questa strategia il governo guidato da Giorgia Meloni alla ricerca di risorse economiche per sostenere famiglie e imprese in maggiore difficoltà tra caro-energia e rischio concreto di recessione. Siamo nel campo delle ipotesi, ma è opportuno conoscerle da vicino per capire come muoversi al meglio.

Sconto alla cassa

La manovra di Bilancio 2023, messa a punto dall’esecutivo e destinata diventare legge solo dopo il via libera da parte dei due rami del Parlamento, introduce il cosiddetto “affrancamento”, cioè la possibilità per gli investitori (compresi quelli retail, in sostanza i piccoli) in fondi comuni e polizze vita di pagare in anticipo le imposte sulle plusvalenze maturate in cambio di un'aliquota più bassa, fissata per entrambi al 14%, rispetto all’aliquota ordinaria del 26%.

Un esempio può aiutare a comprendere meglio la posta in gioco. Se ho investito in un asset quando costava 100 e oggi è salito a quota 110, devo versare allo Stato 2,6 e metto in tasca 7,4. Con l’affrancamento il balzello scende a 1,4 e porto a casa 8,6.

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Al calcolo della convenienza

Relativamente alle polizze vita, questa opzione dovrebbe essere prevista solo per i prodotti a minor contenuto finanziario, caratterizzati dalle gestioni separate (le polizze dei rami I e V), che prevedono per il cliente la sicurezza di ricevere a scadenza quanto meno il capitale investito, senza rischio di perdite. Cosa che invece non è prevista per le polizze unit linked. Un altro vincolo è relativo alla scadenza: infatti l’affrancamento è previsto solo per le polizze in scadenza dal 1° gennaio 2025 in avanti, in modo da evitare una pioggia di riscatti.

Adottando l’ottica dell’investitore, conviene esercitare questa opzione? La risposta è “dipende da caso a caso”. Ricordando che buona parte delle riserve vita delle gestioni separate è investita in titoli di Stato, per i quali è prevista un’imposta agevolata del 12,5%, inferiore quindi rispetto al 14% della nuova procedura. L’aliquota media delle gestioni separate, complessivamente, è pari in media al 18-19% con un risparmio effettivo che sarebbe quindi pari ad appena quattro-cinque punti percentuali. Uno sconto che assume valore per i grandi patrimoni ma che diventa trascurabile nel caso di polizze vita di importi più limitati.

Vista dall’ottica del legislatore, invece, anche poche adesioni potrebbero portare nelle casse dello Stato somme importanti, considerato che le riserve delle gestioni separate ammontano a circa 600 miliardi, con plusvalenze per circa 60 miliardi.

Un aspetto non è ancora chiaro, se cioè sarà possibile – come si vocifera, ma senza testi legislativi a supporto - riscattare solo una parte della polizza, quella cioè necessaria a pagare l’anticipo dell’imposta. Questo sempre a proposito di polizze vita, mentre per i fondi comuni (compresi quelli immobiliari) l’affrancamento potrà essere più agevole visto che per questi prodotti non c'è alcun obbligo di detenere il prodotto per due anni e il cliente può quindi liquidare il fondo usando il beneficio fiscale per poi reinvestire sullo stesso o su un’altra soluzione.

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A caccia di risorse

La caccia a nuove risorse potrebbe spingere l’esecutivo a prevedere un nuovo balzello a carico delle compagnie, con un impatto sui risparmiatori/investitori tutto da valutare. Anche in questo siamo in una fase preparatoria, per cui le cose potrebbero evolvere.

In una delle ultime bozze della manovra è previsto un rialzo dell’imposta sulle riserve matematiche dei rami vita introdotta nel 2002. Inizialmente prevista allo 0,20% e modificata negli anni per arrivare fino allo 0,45% attuale, sarebbe destinata a salire allo 0,50%. Da questa misura lo Stato potrebbe ricavare circa 800 milioni di euro, sempre che l’ipotesi si concretizzi.

A cura di: Luigi dell'Olio

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