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Giù le vendite al dettaglio, in crescita il commercio elettronico

Crollano i consumi per l’emergenza Coronavirus. La crisi, causata dalla diffusione della pandemia, ha messo all’angolo il commercio e da quanto risulta ad avere la peggio sono le vendite al dettaglio. In crescita, invece, ci sono gli e-commerce. Scopriamo di più.

Pubblicato il 12/05/2020
acquisti online
Emergenza Covid: vendite al dettaglio e acquisti online

Crollano i consumi per l’emergenza coronavirus. La crisi, causata dalla diffusione della pandemia, ha messo all’angolo il commercio. Ad avere la peggio sono le vendite al dettaglio: l’Istat rileva nel mese di marzo un calo rispetto a febbraio pari al 20,5% in valore ed al 21,3% in volume.

A picco soprattutto le vendite dei beni non alimentari che sono crollate del 36,0% in valore e del 36,5% in volume. Discorso opposto per le vendite dei beni alimentari che risultano, invece, stabili in valore e in lieve calo in volume. Parliamo del -0,4%.

L'analisi dell'Istat

Nei primi tre mesi dell’anno le vendite al dettaglio hanno presentato una contrazione del 5,8% in valore e del 5,9% in volume rispetto al trimestre precedente. Ad essere maggiormente penalizzate sono state naturalmente le vendite dei beni non alimentari. Il calo nel primo trimestre del 2020 è pari a -11,6% in valore e -11,5% in volume.

Segno positivo, invece per le vendite dei beni alimentari che nel primo trimestre del 2020 registrano variazioni positive: rispettivamente, +2,0% in valore e +1,9% in volume. A marzo, secondo le rilevazioni dell’Istat, si registra un calo vendite del 18,4% in valore e del 19,5% in volume.

Il trend negativo interessa principalmente alcuni settori non alimentari, quali: abbigliamento e pellicceria (-57,1%), giochi, giocattoli, sport e campeggio (-54,2%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-54,1%), foto-ottica e pellicole, supporti magnetici e strumenti musicali (-52,9%). Giù anche articoli di cartoleria, libri, giornali e riviste (-40,3%). A presentare il segno meno ci sono pure gioielli e orologi (-32,1%) e i prodotti farmaceutici (-6,3%).

Facendo un confronto rispetto a marzo 2019, l’Istat rileva che la grande distribuzione ha subìto un calo del valore delle vendite al dettaglio pari 9,3%, mentre le imprese che operano su piccole superfici hanno registrato una contrazione del 28,2%. Le vendite al di fuori dei negozi (commercio ambulante, vendita porta a porta o per corrispondenza e attraverso Tv) sono diminuite del 37,9%, mentre è in forte crescita il commercio elettronico (+20,7%).

Non è andata affatto bene per gli esercizi specializzati: in questo caso le vendite hanno registrato un calo consistente pari al -55,7%.

Confcommercio: dato atteso ma inquietante

“Largamente atteso, ma non per questo meno inquietante, il dato sulle vendite al dettaglio conferma le anticipazioni dell’ICC (-21,8% congiunturale grezzo per i beni). In marzo, l’indice scende a un livello che non si osservava dal 2000”, è il commento a caldo dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati Istat.

“Solo considerando – si legge in una nota diffusa dal sodalizio - che le vendite calcolate dall’Istat non comprendono i consumi di servizi (per esempio presso bar e ristoranti) e gli acquisti di auto, segmenti che viaggiano prossimi al meno 100% mensile, si comprende appieno la gravità dell’impatto del lockdown in termini di spesa delle famiglie e, quindi, di fatturato aziendale e reddito dei lavoratori indipendenti. Purtroppo il dato di marzo sarà peggiorato dalle performance di aprile, né l’estate potrà compensare minimamente le perdite subite nei mesi precedenti”.

“Mentre si punta ad un maggiore indebitamento delle imprese private - conclude l’Ufficio Studi - manca una strategia ragionevole di indennizzo alle attività produttive più colpite, l’unica che potrebbe restituire un po’ di fiducia sul futuro, tutto da costruire. In questo contesto, immaginare una ripresa vivace e diffusa dal prossimo autunno è frutto più di nobile speranza che il risultato di necessari e affidabili calcoli”.

Cresce l'-commerce

È l’e-commerce, invece, ad essere in costante crescita. Molti consumatori hanno deciso di spendere online durante il periodo di lockdown imposto dal Governo per frenare i contagi da coronavirus.

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A cura di: Tiziana Casciaro

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