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Calano gli acquisti di auto dei privati con Partita Iva

Si sono ridotti nel 2019 gli acquisti di autovetture da parte dei privati con Partita Iva. I cali maggiori si registrano soprattutto per gli agenti di commercio e per gli agricoltori. Il diesel è al primo posto delle preferenze e Roma è regina per immatricolazioni.

Pubblicato il 02/10/2020
Calano gli acquisti di auto dei privati con Partita Iva

Gli acquisti di auto da parte di privati con Partita Iva calano anche nel 2019. È la fotografia scattata dal Centro Studi e Statistiche Unrae in collaborazione con l’Istat. Il calo è pari al -4,4% rispetto al 2018: le immatricolazioni di vetture nella categoria privati con partita Iva ammontano a 208.213 nel 2019. In questo stesso anno le immatricolazioni a privati in totale sono state 1.095.097: il numero è immutato rispetto al 2018. Da ciò si deduce che il mercato delle Partite Iva sul totale dei clienti privati è andato a diminuire del 19% rispetto al 19,9% del 2018.

Dall’indagine risulta che le flessioni maggiori si registrano per gli agenti di commercio e gli agricoltori. I primi hanno registrato un calo pari a -10,1%. In seconda posizione gli agricoltori con acquisti in calo del -6,1%. Le imprese individuali, tra i protagonisti di questo mercato, registrano immatricolazioni in calo del -3,2%. Seguono i professionisti con volumi in calo pari a -2,7%. La quota di mercato posseduta dai professionisti pari al 23,3% è così suddivisa: Studi legali (5,2%) Commercialisti (3,4%), Società di consulenza (2,5%), Ingegneri (2,4%), Architetti (2,0%), Geometri (1,6%) e altri (6,2%).

Il diesel al primo posto delle preferenze

I privati possessori di Partita Iva preferiscono le auto a diesel (44,6%). Nonostante il primato, però, anche il diesel perde qualche punto, con esattezza 11, rispetto al 2019. Con 8 punti di distanza - secondo lo studio pubblicato da Unrae - ci sono i motori a benzina (36,8%). In leggero recupero c’è poi il Gpl (6,7%), mentre il metano è stabile (2,8%). Le auto elettriche quadruplicano in quota e le auto ibride, invece, acquistano altri 2,4 punti, arrivando a superare l’8% del totale.

Le carrozzerie più gettonate dai privati con partita Iva

È il crossover il tipo di auto più richiesto dai privati con partita Iva. Questi veicoli vengono scelti dal 40% e si confermano al primo posto. L’aumento rispetto al 2018 è di 3,4 punti. A scivolare di oltre un punto sono le berline. Giù pure i fuoristrada, monovolume e stagion wagon che tra i privati, però, presentano comunque una quota maggiore rispetto al totale dei canali privati. Occupano un posto stabile le auto sportive. Lieve aumento per le multispazio.

Roma è la regina di immatricolazioni

L’analisi di Unrae, in collaborazione con l’Istat, ha eletto Roma quale “regina” per immatricolazioni di privati possessori di partita Iva (6,9%). Al secondo posto c’è la città di Milano (6,4%). A seguire ci sono Torino (4,2%), Napoli (2,5%), Bologna (2,4%), Firenze (2,4%), Brescia (2,1%), Padova (2,1%), Verona (2,0%) e Bari (2,0%). Risultano, dunque, allineate per numero di immatricolazioni Napoli, Bologna e Firenze.

La città di Napoli presenta una quota più alta rispetto al totale privati (2,5% rispetto a 2,1%). Stesso discorso per Bari che con il 2% prende le distanze dall’1,4% rappresentato nel totale canale privati.

Sempre più acquisti in leasing

Quello del finanziamento in leasing è lo strumento più usato per gli acquisti di autovetture da parte dei privati con partita Iva. Nel 2019 il leasing sale di un altro punto e arriva al 10,7% del totale. Nel totale mercato privati il leasing è pari, invece, al 3,6%.

L’età di chi acquista auto con partita Iva

Sono le persone di età compresa tra i 35 e i 45 anni quelle che più acquistano auto con Partita Iva. La quota è leggermente in calo nel 2019, ma comunque più alta del totale mercato privati. A scendere di mezzo punto c’è anche la fascia da 46 a 55 anni, con 3 punti in più rispetto al totale privati. Risultano, invece, in lieve recupero i 56-65enni che mantengono una penetrazione più alta rispetto al totale canale privati. Nessuna variazione in confronto agli anni scorsi per i giovani che toccano il 5%, mentre salgono di 0,7 punti gli over 65 anni. Queste due ultime fasce risultano oggettivamente meno rappresentative nel mondo delle partite IVA.

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A cura di: Tiziana Casciaro

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