Brexit: cosa cambia per gli assicurati italiani
Sta per concludersi il periodo di transizione: il 31 dicembre 2020 si completa l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Da qui l'appello dell'Ivass affinché gli intermediari britannici e le imprese di assicurazione informino gli assicurati italiani sugli effetti della Brexit.

Dal prossimo 31 dicembre si completa definitivamente l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Si conclude, infatti, il periodo di transizione iniziato ad inizio 2020. I cambiamenti saranno radicali anche sul fronte assicurativo. Ad annunciarlo è l’Ivass che ha già chiesto alle imprese di assicurazione e agli intermediari britannici di dare attuazione, entro il 31 dicembre prossimo, “alle misure necessarie a mitigare gli impatti della Brexit sulle posizioni contrattuali a essi riferibili e di informare tempestivamente e adeguatamente gli assicurati italiani circa gli effetti della Brexit sui rapporti contrattuali in essere”.
Le imprese di assicurazione e gli intermediari assicurativi britannici (Regno Unito e Gibilterra) non potranno più operare in Italia a meno che non siano autorizzati dall’Ivass come operatori di uno Stato non aderente all’Unione Europea.
Cosa succede da gennaio 2021
Con un’informativa agli assicurati italiani l’Istituto di Vigilanza sulle assicurazioni fa sapere che a partire dal 1° gennaio 2021:
- le imprese di assicurazione britanniche non potranno più stipulare nuovi contratti, né rinnovare quelli esistenti; esse sono comunque tenute ad assicurare, anche dopo la suddetta data del 1° gennaio, la corretta esecuzione dei contratti assicurativi in essere, garantendo l’adempimento degli obblighi contrattuali, ivi inclusa la gestione dei sinistri, dei pagamenti, dei riscatti e dei recessi;
- gli intermediari assicurativi britannici cesseranno ogni attività di distribuzione assicurativa.
In vista, dunque, del prossimo 31 dicembre l’Ivass rivolge un appello a tutti i clienti italiani degli operatori assicurativi britannici. L’invito è che la clientela possa accertarsi di avere ricevuto informazioni adeguate e complete e, nel caso, a prendere contatti con la compagnia di assicurazione e/o il proprio intermediario (distributore).
Cosa succede durante e dopo il periodo transitorio
A giugno del 2016 nel Regno Unito si è tenuto un referendum con cui i cittadini britannici sono stati chiamati a decidere se lasciare l’Unione Europea o restare. La maggior parte dei votanti si è espressa a favore dell’uscita. L’accordo di recesso prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020 durante il quale la normativa europea continua ad applicarsi come se il Regno Unito fosse ancora uno Stato membro.
Per quanto riguarda il settore assicurativo, durante il periodo transitorio – fa sapere l’Ivass - viene prorogato di diritto l’attuale regime di mutuo riconoscimento delle autorizzazioni e del sistema di vigilanza. Al termine del periodo di transizione, agli operatori UK che operano nell’Unione europea e quindi anche in Italia, si applicherà la normativa relativa ai soggetti di paesi terzi, se nel frattempo non saranno stati raggiunti tra le due parti gli accordi di libero scambio.
Al termine del periodo transitorio le imprese di assicurazione e gli intermediari assicurativi con sede legale nel Regno Unito perderanno:
- la libertà di stabilimento, cioè la possibilità di insediare in Italia una sede stabile senza autorizzazione da parte dello Stato Italiano;
- la libertà di prestazione di servizi, cioè la possibilità di svolgere l’attività assicurativa in Italia senza avere una sede stabile.
I contratti assicurativi già stipulati resterebbero validi.
Le iniziative dell’Ivass
In vista dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, l’Ivass già nel 2018 ha chiesto alle imprese di assicurazione con sede legale nel Regno Unito di adottare speciali piani di azione per assicurare la continuità del servizio e l’esecuzione di contratti stipulati in Italia e informare prontamente i clienti italiani sulle misure adottate e sul loro impatto per i contratti in essere.
Già due anni fa l’Ivass ha inviato, infatti, una lettera alle imprese del Regno Unito operanti in Italia, richiamando la loro attenzione sulla necessità di procedere a:
- inviare un'adeguata informativa individuale sugli impatti della Brexit ai propri assicurati e beneficiari italiani, secondo le linee della Opinion EIOPA;
- pubblicare un’analoga informativa sul proprio sito internet;
- trasmettere appropriate istruzioni alle proprie reti distributive sulle informazioni da fornire agli assicurati attuali e potenziali.