Auto, quasi 3 milioni di immatricolazioni perse nei primi 5 mesi del 2020

L’emergenza coronavirus ha inflitto un duro colpo al mercato delle autovetture. Si contano circa 3 milioni di immatricolazioni perse nei primi cinque mesi dell’anno in tutta Europa. La crisi è visibile da ogni fronte: a precipitare sono i canali del noleggio, dei privati e delle società.
A lanciare l’allarme da settimane è l’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, che rivolge un appello al governo italiano perché vengano assunte presto delle misure specifiche per risollevare il settore automotive. Da un lato si fa richiesta di un ricambio del parco circolante, ormai vetusto e pericoloso per l’ambiente e per la salute dei cittadini, dall’altro di un regime fiscale che porti una detrazione dell’IVA sulle auto aziendali al 100%. E non solo. L’Unrae, già da mesi, ha presentato alle Istituzioni le proprie proposte per il rilancio della domanda.
Per il trasporto persone: l’allargamento dell’ecobonus per raggiungere una più ampia platea di cittadini, l’allineamento alla fiscalità europea dell’auto aziendale, il sostegno allo smaltimento dei veicoli invenduti durante il lockdown. Per il trasporto merci: gli incentivi alla rottamazione e l’incremento delle detrazioni per le imprese.
Secondo quanto risulta dai dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a maggio sono diminuite del 49,6% le immatricolazioni di autovetture. Il mese scorso si contavano, infatti, 99.711 unità rispetto alle 197.881 dello stesso mese dello scorso anno. Una perdita senza uguali, equivalente a circa 98.000 unità.
Da gennaio a maggio 2020 è stato registrato un tracollo del 50% sul fronte delle immatricolazioni: si è passati da 910.872 a 451.366 unità.
L’appello alle istituzioni
“Pensare - in questa situazione - di limitarsi ancora a sostenere la sola domanda di vetture elettriche pure e plug-in, che dopo un anno di incentivi rappresenta ancora una quota irrisoria del totale – afferma il Direttore Generale dell’Unrae - vuol dire ignorare i meccanismi del mercato, ma anche la situazione drammatica in cui versa il nostro vetusto parco circolante, nocivo per l’ambiente e pericoloso per la sicurezza dei cittadini. Un parco che non può oggi essere svecchiato senza ricorrere alle virtuose motorizzazioni Euro 6 di ultima generazione”.
L’associazione “bacchetta” le istituzioni, asserendo che non c’è più spazio per le politiche di assistenzialismo e reclamando un concreto piano per lo stimolo della domanda, cominciando dai settori strategici ed in grado di rimettere realmente in moto la nostra economia.
Ma la situazione, durante la fase acuta dell’emergenza coronavirus, non è stata drammatica soltanto in Italia. Il mese di maggio è stato tragico anche per la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Spagna. In Germania gli acquisti dei privati a maggio sono stati 64.000 (-48%). A maggio si sono registrate 5.578 immatricolazioni di auto elettriche e 22.844 di veicoli ibridi.
Pesante anche la caduta del mercato nel Regno Unito, con le immatricolazioni che cedono di molto anche a maggio, ad appena 20.247 unità, contro le 183.724 di maggio 2019 (-89%).
Le flotte registrano, nel mese di maggio, 6.638 unità, contro le oltre 100.000 dello scorso anno (-93,4%) mentre le 709 delle società fanno perdere al canale l’81,1% dei volumi, riportando una quota del 3,5%. Naturalmente i cali sono generalizzati in tutti i segmenti e le motorizzazioni. A fare eccezione, però, sono i veicoli elettrici, che aumentano di 429 unità rispetto allo scorso. Nei primi 5 mesi 2020 – fa sapere l’Unrae - le vendite totali di auto nel Regno Unito sono state 508.125, il 51,4% in meno del 1.045.824 di gennaio-maggio 2020. La recente riapertura dei concessionari ha segnato sicuramente un momento cruciale per l’intera filiera e per i lavoratori in essa impiegati, ma secondo gli analisti è ancora troppo presto per prevedere l’andamento della domanda nel prossimo futuro.
In calo anche gli incidenti
E se da un lato il lockdown ha causato una vera e propria caduta del mercato automotive, dall’altro, almeno, ha sortito un effetto positivo, così come approfondito nella news “Ivass: dimezzati gli incidenti durante il lockdown”.
È quanto risulta dalla Banca Dati Sinistri gestita dall’Ivass per il periodo 1° febbraio-15 maggio. Secondo infatti quanto evidenziato dall’Istituto, guidato da Daniele Franco, “la riduzione forzata della circolazione ha avuto un impatto in termini di riduzione della frequenza dei sinistri, stimato in circa il 50 per cento”.