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Auto: immatricolazioni Ue giù a gennaio, pesa il Covid

A gennaio le vendite di nuove auto in Europa sono diminuite del 24 pct. Lo ha reso noto l’ACEA. Il mercato italiano ha contenuto la flessione a -14 pct, mentre quello spagnolo ha accusato la contrazione più ampia: -51,5 pct. Il rialzo dell’IVA ha penalizzato anche la piazza tedesca.

Pubblicato il 23/02/2021
Auto: immatricolazioni Ue giù a gennaio, pesa il Covid

Lo scorso gennaio il mercato delle autovetture europeo ha accusato una contrazione delle immatricolazioni, poiché le restrizioni relative alla seconda ondata di contagi da Covid-19 hanno continuato a pesare sui consumi al dettaglio di tutti i Paesi membri dell'Unione Europea.

Inoltre, come segnala l’Associazione dei produttori di auto del continente (ACEA), molti mercati hanno registrato un giorno lavorativo in meno rispetto a gennaio 2020. Questo effetto di calendario negativo ha chiaramente avuto un impatto anche sulle registrazioni del mese considerato. Nel dettaglio, le nuove vendite di auto sono diminuite del 24%, passando da 956.447 unità del gennaio 2020 a 726.491 unità: si tratta del dato più basso mai registrato nel mese di gennaio.

Il mercato italiano contiene la flessione

La contrazione è severa e interessa tutti i mercati dell’area, tranne Svezia e Norvegia. In questo contesto va segnalato che il calo del mercato italiano (-14%) è decisamente più contenuto di quello dell’intera Europa e, volendo cogliere un altro aspetto positivo, c’è da segnalare che è continuata anche a gennaio la forte accelerazione in termini di crescita percentuale delle vendite delle vetture elettriche e ibride plug-in.

Questa positiva evoluzione della composizione della domanda che interessa tutti i Paesi dell’area – ha osservato il Centro Studi Promotor - è certamente dovuta agli incentivi molto generosi, ma anche alla crescente consapevolezza da parte degli automobilisti della necessità di contenere le emissioni di CO2.

Sempre più necessarie politiche di sostegno

Tuttavia, in assoluto gli acquisti di auto elettriche e plug-in non hanno ancora una consistenza tale da compensare la forte caduta della domanda complessiva. Ne deriva che, per sostenere in maniera significativa il mercato, è ancora indispensabile adottare incentivi per l’acquisto anche di auto con motori a combustione.

La situazione del mercato resta molto critica in tutta Europa e nel mondo. Per quanto riguarda l’Italia, ha commentato Gian Primo Quagliano, presidente Promotor, le speranze di ripresa sono legate all’evoluzione del virus, ma anche a politiche attive di sostegno della domanda, che nel nostro Paese potrebbero puntare anche a un radicale svecchiamento del parco circolante finanziato con il Recovery Plan nella logica della transizione ecologica.

Le immatricolazioni in Spagna crollate del 51,5%

Nel contesto dell’Europa Occidentale sono pesanti le situazioni dei 5 maggiori mercati, che fanno registrare cali compresi fra il 51,5% della Spagna e il 5,8% della Francia. Il secondo miglior risultato nel gruppo, dopo quello della Francia, è dell’Italia che, come già accennato, con due giornate lavorative in meno accusa una flessione di appena il 14% (-5% a parità di giorni lavorati).

Questo risultato è da ricondurre soprattutto agli incentivi che favoriscono l’acquisto non solo di vetture a zero e basso impatto, ma anche di auto con alimentazione tradizionale ed emissioni inferiori a 135 gr di CO2/km.

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Il rialzo dell’IVA penalizza il mercato tedesco

Il peggior risultato medio dell’area è stato registrato invece dal mercato tedesco, che in gennaio ha accusato un calo del 31,1%, dovuto in buona misura al fatto che negli ultimi mesi del 2020 c'è stata un’anticipazione di acquisti dovuta ad una riduzione temporanea dell’IVA, che poi è venuta meno in gennaio.

Ancora più pesante di quello tedesco è il calo del Regno Unito (-39,5%), legato essenzialmente a misure particolarmente severe per contrastare la pandemia. Come in Germania, anche in Spagna vi sono motivi fiscali alla base del calo drastico di gennaio. L’aumento della tassa di circolazione entrata in vigore il primo gennaio ha infatti determinato un’accelerazione delle vendite in dicembre, che è stata naturalmente scontata all’inizio del nuovo anno.

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A cura di: Fernando Mancini

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