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Auto: giugno bene, ma ancora distanti le vendite pre Covid

Le vendite di auto in Europa, pur aumentate in giugno del 10,4 per cento e del 25,2 per cento nel semestre, risultano ancora nettamente inferiori ai livelli precedenti alla pandemia. Il mercato italiano, grazie agli incentivi anche per le macchine a basse emissioni, è leader nei primi sei mesi.

Pubblicato il 26/07/2021
mano che svuota un carrellino da cui escono modellini di automobili
Dati sulle immatricolazioni di nuove vetture in Europa

Le vendite di auto in Europa continuano a crescere, anche se il loro ritmo si sta affievolendo rispetto alla fiammata che ha caratterizzato i primi mesi dell’anno. In giugno, secondo i dati dell’ACEA, l’Associazione dei produttori di auto europei, sono aumentate del 10,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Guardando ai principali mercati automobilistici dell'Ue, la Germania ha registrato lo spunto più consistente (del 24,5%), seguita dalla Spagna (+17,1%) e dall’Italia (+12,6%). In Francia, invece, in giugno le immatricolazioni sono diminuite del 14,7%.

Il mercato italiano è leader Ue nel primo semestre

Il primo semestre si è chiuso con un segno positivo: la domanda di vetture registrata nell’Ue è cresciuta del 25,2%, a quasi 5,4 milioni di unità. Il rimbalzo ha accomunato tutti i 27 mercati dell’area. In questa speciale classifica l’Italia occupa la prima posizione: ha registrato il 51,4% di immatricolazioni di nuove automobili in più sul corrispondente periodo del 2020.

Il suo ampio distacco (è seguita a distanza da Spagna +34,4%, Francia +28,9% e Germania +14,9%) si spiega con il fatto che nel primo semestre sono entrati in vigore incentivi anche per le vetture tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2. Si temeva che con il loro esaurirsi le immatricolazioni potessero crollare nel secondo semestre, ma questa eventualità – secondo l’Ufficio Studi Promotor - dovrebbe essere scongiurata col rinnovo degli incentivi all’acquisto anche per la seconda metà del 2021.

La performance registrata nel primo semestre però non deve trarre in inganno: all’appello, infatti, mancano nell’Ue 1,5 milioni di auto rispetto ai volumi segnati nel pre-Covid, ovvero nei primi sei mesi del 2019. Il forte rialzo visto quest’anno era scontato, visto che nel 2020 le vendite erano crollate ai minimi storici a causa della pandemia e delle misure per contenerla. Per questo lo stato di salute del mercato è tutt’altro che brillante. La sua reale situazione, sottolineano gli esperti, emerge chiaramente quando si confrontano i dati delle immatricolazioni con quelli dell’ultimo semestre ‘normale’, gennaio-giugno 2019: -23%. Senza contare che, quest’anno, le vendite sono state aiutate sia dagli incentivi stanziati dai Governi per rilanciare il settore e dalla finalizzazione degli acquisti rinviati durante l’emergenza sanitaria e il montare della crisi economica.

Tra i 5 maggiori mercati del continente, rispetto al 2019, il calo più ampio è stato accusato dalla Spagna (-34%), dove si spera di stimolare la ripresa con una riduzione temporanea delle imposte sulle vendite entrata in vigore a luglio. Al secondo posto per risultato negativo c’è il Regno Unito (-28,3%) dove gli addetti ai lavori sollecitano interventi del Governo a lungo termine. Situazione pesante anche in Germania, dove le immatricolazioni sono diminuite del 24,8%. Più contenute invece le perdite accusate sui mercati di Francia (-21%) e Italia (-18,3%).

I dubbi sulla transizione green frenano la domanda

Nella maggior parte dei mercati è la domanda dei privati ad essere fortemente depressa in questo periodo, perché, sempre a causa del Covid-19, si utilizza meno l’auto. Gli effetti della pandemia, per altro, si fanno sentire anche sul piano economico e questo tende a fare rinviare la sostituzione delle vecchie vetture. A rallentare la domanda, secondo il Centro Studi Promotor, è anche l’invito sempre più pressante ai consumatori di scegliere automobili più sostenibili (a basse emissioni o a impatto zero) che sta creando incertezza sul tipo di auto da acquistare.

Nel frattempo, il mercato dell’auto green italiano si allarga: lo scorso anno, nonostante la pandemia, nel nostro Paese sono state vendute 32 mila vetture elettriche, pari al 2,3% totali. E questo spiega perché sempre più consumatori inizino ad interessarsi sui risparmi dell'assicurare un’auto elettrica e a comprendere che, grazie alla minore autonomia e all’assenza a bordo di carburanti infiammabili, questo tipo di vettura espone l’automobilista a meno rischi. Insomma, una assicurazione auto per una vettura ibrida o elettrica può risultare inferiore del 30-40% rispetto a quella chiesta per un’auto tradizionale.

A cura di: Fernando Mancini

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