Auto: crolla la mortalità stradale
La tecnologia sempre più pervasiva nelle auto, gli interventi sulla viabilità e i controlli della pubblica sicurezza, in particolare della velocità, hanno comportato un significativo calo della mortalità sulle strade italiane. Tra il 2001 e il 2020 le vittime sono calate del 66,2 per cento.

Sulle strade italiane continuano ad esserci troppi incidenti, anche se negli ultimi anni – in fatto di responsabilità e percezione del pericolo – i cittadini hanno fatto progressi significativi. Dal 2001 al 2020, come emerge da una tabella elaborata da Federpneus, i morti per sinistri nel Paese sono diminuiti a 2.395 da 7.096, ovvero del 66,2% in venti anni.
La tendenza fortemente positiva della mortalità stradale in Italia è stata costante, con aumenti nel 2015 (+1,4%) e nel 2017 (+2,9%), ampiamente recuperati negli anni successivi. Poco significativo, ai fini del trend storico, è il rimbalzo dei decessi registrato nel 2021 perché ‘dopato’ dal fatto che nell’anno precedente l’utilizzo dell’auto sia stato condizionato dalle restrizioni imposte a causa della pandemia.
Performance ancora sotto il target Ue
Come segnalano le stime diffuse dall’Istat, nel semestre gennaio-giugno 2021 si registra un aumento del numero di incidenti stradali con lesioni a persone (65.116, +31,3%), dei feriti (85.647, +28,1%) e delle vittime entro il trentesimo giorno (1.239, +22,3%) dal sinistro.
Tuttavia, questi dati limano solo in parte la tendenza virtuosa di lungo periodo: rispetto alla media 2017-2019 tutti gli aggregati dell’incidentalità stradale risultano infatti in calo: incidenti stradali -22,5%, feriti -27,6% e deceduti -19,8%. Il nostro Paese, nonostante i progressi, resta comunque indietro rispetto agli obiettivi europei per la sicurezza stradale: il decennio 2010-2020 si è concluso con una riduzione del 42% delle vittime contro un target fissato a -50%.
L’effetto di rotonde, più controlli e sistemi ADAS
Il forte calo registrato dalla mortalità sulle nostre strade, ha affermato Giancarlo Veronesi, presidente di Federpneus, è dovuto a interventi sulla viabilità (in particolare le rotonde), ai maggiori controlli da parte della Polizia (soprattutto della velocità), ma anche e soprattutto al miglioramento tecnologico delle auto e degli pneumatici. Ed è proprio sulla tecnologia che si fa affidamento per abbattere ulteriormente la mortalità sulle strade: le auto che saranno prodotte a partire da quest’anno, secondo le norme fissate a livello europeo, dovranno infatti essere dotate degli ADAS (Advanced driver assistance systems), cioè del sistema avanzato di assistenza alla guida (tipo la frenata automatica d’emergenza, con riconoscimento dei pedoni).
Gli errati convincimenti degli automobilisti
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha posto l’obiettivo di ridurre del 50% i morti sulle strade entro il 2030, confidando proprio su sistemi elettronici che aiutino l’autista, sia in modo attivo sia passivo, ovvero che ne limitino l’azione se i sensori avvertono condizioni avverse per mettersi al volante.
È lunga la strada per arrivare alla guida autonoma, ma già oggi una vettura può ‘rispettare’ da sola la distanza di sicurezza o controllare la velocità: tutti sistemi che compensano la leggerezza con cui spesso ci si mette alla guida. Infatti, secondo una ricerca di Altroconsumo, buona parte degli incidenti che avvengono sulle nostre strade è riconducibile ai convincimenti errati che influiscono in negativo sullo stile di guida degli italiani. Gli automobilisti, in particolare, tendono a sottovalutare alcuni rischi, ritenendo erroneamente di saperli dominare.