Assicurazioni al traino del ramo vita
Raccolta dei premi in crescita, compagnie in salute e italiani che esprimono nuovi bisogni di tutela. Il mercato assicurativo attraversa una stagione positiva nel nostro Paese, anche se non mancano alcune criticità legate soprattutto alla sotto-assicurazione nel danni.

Meglio il ramo vita di quello danni, con la scopertura degli italiani su alcune criticità emergenti nella vita di ogni giorno che si rivelano sempre più pericolose. È la fotografia che si ricava dalla lettura dei dati pubblicati dall’IVASS, l’autorità di vigilanza del settore.
Polizze di ramo III sempre più centrali
Le buone performance dei mercati borsistici premiano il ramo vita, che nel 2021 ha registrato in Italia premi per 112,3 miliardi di euro, il 5,9% in più rispetto all’anno precedente. Il traino è arrivato soprattutto dalle polizze di ramo III, come le unit e le index linked, che sono quelle a maggiore contenuto finanziario: a fine 2021 hanno raggiunto quota 44 miliardi di euro.
Meno bene sono andate le cose per le polizze con finalità previdenziali (ramo VI e produzione specifica di ramo I e III), in calo di un miliardo e mezzo di euro nel confronto annuo, e per quelle legate alle operazioni di capitalizzazione (ramo V), che hanno chiuso con un rosso di 700 milioni. Infine, è risultata in crescita di 4,3 miliardi la nuova produzione vita.
Cala l’RC auto
Quanto al ramo danni, la raccolta complessiva è cresciuta del 3%, a fronte di un differente ritmo di marcia tra la RC auto (-442 milioni), che è obbligatoria, ma evidentemente paga scotto all’aumento della concorrenza (anche grazie alla possibilità di comparare online le offerte RC auto) e alla crescita del car sharing e il non auto, che invece è cresciuto nell’ordine del 5,9% rispetto al primo anno pandemico. Bene anche le garanzie facoltative corpi veicoli terrestri, che raggiungono 3,6 miliardi, mentre sul fronte casa e salute gli italiani si confermano indietro nelle classifiche internazionali. L’esperienza pandemica ha fatto crescere l’attenzione verso questi rischi, ma almeno per il momento non ha prodotto uno scatto sensibile in avanti.
Dall’indagine annuale IVASS emerge anche un altro indicatore degno di nota. I canali di distribuzione “fisici” sono ancora preferiti rispetto al sito web e al contatto telefonico. Per le polizze vita prevalgono gli sportelli bancari e postali (53,5% del totale) e, in linea con la crescita dei volumi nel ramo III, i consulenti finanziari hanno aumentato i premi intermediati di 5,3 miliardi. Per le polizze danni, il 70% dei premi passa attraverso le agenzie con mandato, che raccolgono l’84,6% delle polizze RC auto.
Conseguenze delle diseguaglianze
Secondo lo studio (”Reshaping the social contract: the role of insurance in reducing income inequality”, dello Swiss Re Institute, in Italia negli ultimi 20 anni la disuguaglianza di reddito è passata da 0,32 a 0,34 punti Gini. Tra le economie avanzate, l’Italia registra il livello più alto dopo gli Stati Uniti (che è a 0,38).
Questo, spiegano gli esperti, è tra le cause della bassa penetrazione assicurativa e, nonostante il miglioramento degli ultimi anni, la Penisola è ancora sotto-assicurata. Eppure, per esempio per quanto riguarda le catastrofi naturali, è tra i più colpiti e più di tutti avrebbe bisogno di protezione.
Conti in salute
Intanto buone notizie arrivano anche dai bilanci delle compagnie italiane. Analizzando i dati del “Rapporto sulla stabilità finanziaria” realizzato da Bankitalia, emerge che fatto 100 l'utile a inizio 2019, per tutto il periodo successivo, compresi i primi tre mesi di quest’anno, le società italiane del settore hanno costantemente distanziato la media delle europee e anzi la differenza si è accresciuta di recente arrivando a quattro/cinque punti in più. Anche a livello di performance borsistica le italiane se la sono cavata meglio delle colleghe continentali. Fatto 100 l'indice azionario a inizio 2019, le imprese della Penisola alla fine del primo trimestre hanno raggiunto quota 160, contro un 145 della media europea.