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Ania: intervenire su Bonus-Malus

L'Ania chiede di rivedere il sistema del Bonus-Malus: per l'Associazione il sistema non è efficace nel distinguere i clienti secondo la propria effettiva rischiosità e non svolge più la propria funzione educativa e premiante dei comportamenti virtuosi.

Pubblicato il 17/03/2021
Ania: intervenire su Bonus-Malus

Una riforma organica dell’ordinamento Rc Auto. È la richiesta che parte dall’Ania e che è stata ribadita anche durante l’audizione della presidente, Maria Bianca Farina, presso la Commissione VI (Finanze) della Camera dei Deputati. Sebbene negli ultimi anni il sistema abbia presentato dei miglioramenti con minori premi medi e una riduzione del divario rispetto all’Europa, dall’altra permangono, secondo l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative, alcune aree su cui intervenire.

Secondo l’analisi dell’Ania, a partire dal mese di marzo 2012, il premio assicurativo medio Rc Auto è diminuito di quasi il 32%. Per le auto ad uso privato, in base alla rilevazione Ivass Iper - Indagine sui prezzi effettivi della garanzia Rc auto, il premio medio è infatti di 389 euro al mese di settembre 2020 rispetto a 567 euro di marzo 2012.

Ad assottigliarsi sono anche le differenze di prezzo tra le aree del territorio nazionale contraddistinte da differente sinistrosità. Con il passare il tempo, infatti, la differenza dei premi medi tra la provincia con i prezzi più alti, come Napoli con 588 euro, e quella con i prezzi più bassi, come Enna con 280 euro, continua a calare. Facendo sempre un confronto con il 2012, primo anno della rilevazione associativa, il divario territoriale con prezzi più alti e quelle con prezzi più contenuti è calato di quasi il 40%.

Importante anche la riduzione del divario fra il premio medio italiano e la media di quello dei principali Paesi europei. Si è passati da un gap di 213 euro nella media del 2008-2012 e il trend di riduzione del divario è proseguito negli anni, fino a raggiungere i 62 euro nel 2019.

Sotto la lente dell’Ania finisce ancora una volta la piaga dell’evasione dell’obbligo assicurativo. L’Associazione ha calcolato che nel 2019 i veicoli sprovvisti di copertura assicurativa fossero 2,6 milioni, pari al 5,9% del totale dei veicoli circolanti, sostanzialmente in linea con l’anno precedente.

A fronte di una media nazionale del 5,9%, il valore sale al 9,4% al Sud e scende fino al 3,8% al Nord. Nella stima dell’Ania non sono però conteggiati i veicoli presenti nei depositi giudiziari e quelli che, rimessi in area privata, pur essendo immatricolati non circolano e quindi non sono assicurati.

Tale fenomeno comporta un mancato incasso di premi che può essere stimato in circa 1 miliardo di euro con effetti sulle tariffe e sul divario territoriale dei prezzi nelle zone a più alta incidenza del fenomeno. Da qui il progetto approvato nel 2018 per supportare le forze dell’ordine nella lotta all’evasione assicurativa, mediante strumenti tecnologici che consentono di controllare 100 targhe al secondo tra le auto circolanti.

Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020 i controlli effettuati sono stati 1.760.228 e hanno consentito di individuare 32.595 veicoli non assicurati e 84.024 veicoli senza revisione.

Le richieste

Nel corso dell’Audizione il presidente dell’Ania ha chiesto di intervenire su più questioni, quali l’onerosità delle lesioni gravi e il Bonus-Malus. Nel primo caso – fa sapere l’Associazione -  i maggiori costi di risarcimento, collegati ai sinistri mortali, causano il 40% del divario di prezzo rispetto agli altri Paesi europei. Inoltre per l’Ania la maggiore incidenza di sinistri mortali (+16%) e di lesioni (+15%) per km di guida, rispetto ai principali Paesi Europei, determina l’incremento di prezzo Rc auto.

È stato poi richiesto di rivedere il sistema del Bonus-Malus in quanto non viene più considerato dall’Associazione “efficace nel distinguere i clienti secondo la propria effettiva rischiosità (84% dei clienti nella prima classe di merito nel 2019) e non svolge quindi più la propria funzione educativa e premiante dei comportamenti virtuosi”.

Per l’Ania, ad influire sull’inflazione della frequenza e del costo medio dei sinistri sono anche le frodi. L’incidenza delle frodi sul totale dei sinistri auto in Italia è doppia rispetto ai dati pubblicati dagli altri Paesi europei (8-10% contro 3-4%).

L’obiettivo dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative è incrementare l’accessibilità dell’Rc auto, riducendo il prezzo medio per tutti i cittadini e intervenendo sulle determinanti di differente sinistrosità tra province.

A cura di: Tiziana Casciaro

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