Assicurazioni: i fattori che incidono sulla tariffa

Quando si valuta una polizza RC Auto/Moto bisogna tenere presente una serie di variabili che incidono a favore o a svantaggio della tariffa del contratto.
La prima è sicuramente la classe di merito occupata dall’assicurato, di cui si è parlato nell’articolo "Assicurazione e classe di merito, come evitare l’applicazione del malus", che può essere definita come un valore numerico utile a segnalare la virtuosità del sottoscrittore. Le classi vanno dalla 1 alla 18: quella più bassa corrisponde a un automobilista più attento e quindi a un premio assicurativo inferiore.
A regolare l’assegnazione della giusta classe è il bonus-malus. Le sue variazioni sono dovute alla presenza o meno di sinistri riscontrati nel periodo di osservazione e riportati sull’attestato di rischio. In caso di incidente con colpa si salirà di due classi (bonus) altrimenti si scenderà di una (malus). Il malus non può essere tacito, visto che la società – in caso di discesa a una categoria inferiore (ad esempio dalla prima alla terza) – ha il dovere di avvisare il cliente preventivamente.
Ricordiamo che la responsabilità civile – conosciuta come RC Auto o RC Moto – è obbligatoria e serve a risarcire i danni provocati in caso di incidente. L’importo limite di questi risarcimenti viene chiamato massimale. L’ammontare minimo è stabilito per legge, ed è attualmente pari a 5 milioni di euro per i danni alle persone e 1 milione di euro per quelli alle cose. Al di sopra di tali cifre, sarà l’assicurato a rispondere in prima persona per i danni arrecati. Le compagnie assicurative offrono comunque la possibilità di godere di un massimale superiore versando un premio più elevato.
La maggiorazione può essere utile in caso di incidenti importanti, quando si verificano danni ingenti e feriti gravi, che per via dei danni patrimoniali e non patrimoniali possono far raggiungere all’indennizzo un importo a sei zeri. Nel conteggio del massimale non sono da considerare le spese per accertare la responsabilità, come le spese legali o di tribunale.
Oltre al tetto massimo dei risarcimenti, le compagnie assicurative possono applicare – non obbligatoriamente – una franchigia, ovvero un importo minimo sotto il quale il danno resta a carico dell’assicurato. Quando la quota è variabile, in quanto espressa come percentuale del danno, prende il nome di scoperto. Ovviamente il minor rischio assunto dall’impresa si traduce in una riduzione del premio pagato dal cliente.
La ragione principale dell’ammontare a carico dell’utente è di disincentivare i comportamenti fraudolenti. Se il danno provocato dall’automobilista è di poco superiore alla franchigia sarà più conveniente per lui pagarlo direttamente, poiché in questo modo potrà evitare la maggiorazione dei costi futuri legati al peggioramento della classe di merito.
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Considerando una simulazione-tipo per stipulare un contratto su una Peugeot 3008 2ª serie BlueHDi 120S&S BC Business (vettura acquistata da un 45enne di Milano, prima classe di merito, percorrenza media di 30 mila chilometri in 12 mesi, zero sinistri negli ultimi 5 anni), si scopre che la miglior tariffa è quella di Direct Line, 273,13 euro, che applica una formula di guida esperta (riservata ai patentati con età maggiore di 26 anni). La compagnia applica un massimale per danni materiali e fisici rispettivamente di 6,5 e 2 milioni di euro.