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Sempre più mobilità condivisa in Italia

Pubblicato il 10/12/2016

Aggiornato il 12/12/2016

Sempre più mobilità condivisa in Italia

Dopo aver parlato qualche mese fa del sempre minore appeal che esercitano le auto di proprietà, confermiamo questo trend dato che la sharing mobility si conferma una realtà sempre più aderente alle attuali tendenze del mercato. Il tema è stato affrontato a fine novembre dalla prima Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility. L’iniziativa, tenutasi in Campidoglio e nata grazie al Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha evidenziato come il tema sia in costante evoluzione e in grado di radicarsi anche in quei paesi europei – tra cui l’Italia – dove domina ancora il concetto di auto privata.

“Le città”, spiega il Direttore della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Raimondo Orsini, “dove gravitano oltre i due terzi della popolazione italiana, stanno diventando veri e propri laboratori per la rivoluzione della mobilità. I cittadini tendono sempre più a privilegiare l’’utilizzo di servizi di mobilità piuttosto che la proprietà del mezzo di trasporto e ciò aiuta anche il trasporto pubblico”. 

L’Osservatorio ha inoltre elaborato un piano di interventi allo scopo di continuare a diffondere la mobilità condivisa. Le azioni più importanti riguardano l’avvio di incentivi fiscali ad operatori e utilizzatori, la determinazione di nuove forme assicurative e l’inserimento della sharing mobility nel nuovo Codice della strada.

Molto bene in Italia il car sharing con circa 700.000 iscritti, 5.764 veicoli e 29 città interessate. Dei 5.764 veicoli censiti a luglio scorso, il 34% è al servizio della sola città di Milano che conta 370.000 iscritti. Quasi sette intervistati su dieci del capoluogo lombardo (il 67,5%) possiede un’automobile ma circa il 30% non ne ha nessuna, una percentuale che sale al 37,5% tra chi abita da solo. Circa 60.000 milanesi dichiarano di utilizzare con frequenza i servizi di mobilità condivisa nelle varie tipologie. La possibilità di abbandonare completamente il mezzo di proprietà è molto alta tra gli utilizzatori dei vari servizi della mobility: il 22,7% degli associati ai vari sistemi ha già fatto questa scelta. Il contesto milanese è estremamente favorevole per lo sviluppo dello sharing, un fenomeno che attrae, sia per le caratteristiche socio-demografiche dei suoi residenti, sia per gli ingenti investimenti del Comune, che negli ultimi anni ha voluto dissuadere i cittadini all’uso dell’auto di proprietà nelle aree centrali.

Alti anche i valori registrati nelle città di Roma (il 26% dei veicoli e 220.000 utenti), Torino (16% dei veicoli) e Firenze (11%). In Italia nel 2015 sono stati fatti complessivamente circa 6,5 milioni di noleggi con una percorrenza complessiva di 50 milioni di chilometri. 

In rapida crescita anche il car pooling, un servizio che consente di condividere con altri utenti uno spostamento in automobile prestabilito. In Italia il fenomeno è in rapida crescita: ne esistono diverse tipologie – extraurbano, urbano e per i tragitti casa-lavoro – grazie ai numerosi operatori, quali Clacsoon, iGoOn, Easymoove, Zego, Moovely, Scooterino, Strappo, Jojob, UP2GO e BlaBlacar, quest’ultimo il più utilizzato sul mercato globale. BlaBlaCar conta nel mondo più di 35 milioni di iscritti e opera in 22 Paesi diversi.

L’Italia si distingue in Europa soprattutto per il bike sharing, visto che è il paese con il più alto numero di utilizzatori. I comuni interessati dal servizio sono più di 200, con oltre 13 mila bici condivise e si è sviluppato in Romagna a partire dal 2001 grazie all’iniziativa del Ministero dell’Ambiente. A Cuneo nel 2003 è stato installato per la prima volta il sistema a carta elettronica e con stazioni georeferenziate, ovvero quello attualmente più impiegato in tutti i Paesi. In Italia il bike sharing è maggiormente sviluppato al Nord, con il 64% del servizio totale, contro il 14% del Centro e il 22% del Meridione.

Ricordiamo che la mobilità condivisa non offre vantaggi ai soli cittadini ma fa bene anche al traffico e all’ambiente, vista sia la riduzione tra il 16% e 20% delle percorrenze con veicoli privati e il conseguente abbattimento delle emissioni di CO2.

A cura di: Paola Campanelli

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