La mobilità e le nuove abitudini degli italiani
Aggiornato il 25/11/2016

L’ultima indagine dell’ISFORT, Istituto Superiore Formazione e Ricerca per i Trasporti, certifica un cambiamento del modo di vivere la mobilità da parte degli italiani.
La ricerca, pubblicata dal Centro Studi Continental e relativa all’anno 2015, ha rilevato come i cittadini si spostino con meno frequenza rispetto al passato, coprendo però distanze maggiori.
In particolare l’analisi evidenzia che gli spostamenti delle persone sono passati dal 79,9% del 2014 al 79,2% dello scorso anno. Conseguentemente sono calate sia le movimentazioni quotidiane pro-capite, da 2,83 a 2,68, che il tempo dedicato alla mobilità, sceso da poco più di un’ora a 58,7 minuti.
Allo stesso momento si è registrato un incremento delle distanze medie percorse per singolo tragitto: erano 33,4 chilometri nel 2014 mentre si sono attestate lo scorso anno a circa 36 chilometri. La ragione delle nuove abitudini è da attribuire al gran numero di famiglie che decidono di vivere nell’hinterland, abbandonando per vari motivi – come il costo maggiore delle case o la qualità della vita – le città. Dunque la mobilità di corto raggio (fino a 10 km) ha perso oltre il 10% di peso negli ultimi 15 anni, anche se i percorsi urbani restano dominanti (oltre i 2/3 del totale).
Le motivazioni della mobilità vedono nel 2015 un calo del peso del tempo libero e un recupero delle cause legate alla gestione familiare. Nella mobilità extraurbana resta prevalente, seppure in leggera diminuzione, la componente pendolare sia per lavoro che per studio.
L’ISFORT sottolinea anche una contrazione significativa delle quote dei veicoli sostenibili, dopo un biennio di tendenziale recupero. Gli spostamenti non motorizzati (a piedi o in bicicletta) scendono al 18% del totale – erano il 19,1% nel 2014 – e tra quelli motorizzati, quelli con i mezzi di trasporto pubblico si attestano all’11,7% (-3%), un valore più basso di quello misurato a inizio crisi. L’auto continua a mantenere il dominio tra i vari mezzi utilizzati, con l’83,8% dei viaggi. Complessivamente i mezzi di trasporto più ecologici (a piedi, in bici o con veicoli pubblici) perdono circa il 10% dal 2002, passando dal 37,2% al 27,6%.
Tuttavia la volontà degli italiani è quella di voler utilizzare maggiormente i mezzi pubblici e la bicicletta. In particolare più del 40% degli intervistati delle grandi città dichiarano di voler aumentare l’uso di bus, tram e metropolitana e solo il 4,3% di diminuirlo, mentre quasi il 30% vorrebbe aumentare l’uso delle due ruote a pedali. Inoltre l’84% del campione ritiene che sia opportuno investire maggiormente nella mobilità collettiva, una percentuale molto più alta rispetto alle nuove forme di trasporto condiviso (quali il car sharing) che nonostante la crescente diffusione e la crescita dei servizi per gli utenti, sono ancora viste come una soluzione complementare.
In termini di mobilità si è riscontrato anche un calo di interesse degli automobilisti verso le norme che la regolano, un dato analizzato nel corso della 70esima Conferenza del Traffico e della Circolazione. L’allarme arriva dalla crescita delle sanzioni per infrazioni (+21% negli ultimi sei anni) e dalla battuta di arresto della riduzione delle vittime della strada (-52% dal 2000).
Secondo l’Automobile Club Italia (ACI) la soluzione sarebbe un nuovo Codice della Strada perché quello attuale è sempre meno rispettato, perfino dalle Amministrazioni locali che investirebbero solo una piccola parte dei proventi delle multe – molto meno del 50% che spetterebbe – a favore della mobilità. “Troppi Comuni”, spiega il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, “destinano ad altre voci quanto previsto dalla legge a favore degli automobilisti. Per garantire l’osservanza della norma è opportuno prevedere pesanti misure sanzionatorie per le Amministrazioni inadempienti. Tutto ciò può essere ben evidenziato in un nuovo Codice della Strada più snello e semplice, con poche ma chiare norme di comportamento per gli utenti, che rimandi a specifici regolamenti il corposo insieme di dettati tecnici sulle caratteristiche delle strade e dei veicoli”.
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