Uber, il servizio diventa fly

Le strategie commerciali di Uber non si fermano al servizio di trasporto automobilistico e neppure a quello motociclistico. L’idea è quella di rendere operativi una serie di taxi aerei che possano usare il sistema VTOL (Vertical Take-Off and Landing), ovvero con la possibilità di decollare ed atterrare verticalmente sul posto.
Il progetto, chiamato Uber Elevate, ha l’obiettivo di permettere ai propri clienti di percorrere tragitti più lunghi o più trafficati in un arco di tempo molto più breve. Il tutto è stato solo abbozzato dai vertici UBER e richiederà qualche anno prima di poter essere anche solo sperimentato, in quanto per produrre i mezzi la società americana avrà bisogno di una serie di partner. I veicoli potranno percorrere una distanza fino a 160 chilometri con una velocità massima pari a 240 chilometri orari.
Il nuovo velivolo sarà comandato inizialmente da un conducente ma non è da escludere una futura evoluzione self-driving della tecnologia. I costi per usufruire del servizio dovrebbero diventare abbordabili nel lungo periodo: all’inizio si prevede una spesa di 129 dollari per un tragitto di 43 miglia (quasi 69 chilometri) che dovrebbe diminuire negli anni a venire fino a 20 dollari, rendendo il passaggio più conveniente rispetto ai 31 dollari necessari per il servizio in auto. Il tempo di percorrenza per un simile itinerario passerebbe da 100 a soli 15 minuti.
L'idea del passaggio aereo è in fase più avanzata per l’azienda Airbus. L’industria aerospaziale punta a condurre i primi test di volo del suo prototipo, chiamato CityAirbus, entro il prossimo anno. “In un non lontano futuro”, commenta Thomas Enders, amministratore delegato di Airbus Group, “useremo gli smartphone per prenotare un taxi volante senza pilota, che verrà a prenderci all’indirizzo di casa”. Secondo Rodin Lyasoff – responsabile di un team per l’innovazione della A3, società di Airbus con sede nella Silicon Valley – il progetto è fattibile in meno di 10 anni.
Il fenomeno della condivisione viene guardato con crescente interesse anche dalle Case costruttrici. Un primo passo è stato fatto dalla GM (General Motors) che ha pensato di ampliare i servizi di mobilità offerti alleandosi proprio con Uber, dando la possibilità ai driver dell’azienda statunitense di affittare le auto a prezzi scontati. Il progetto pilota avrà una durata iniziale di 90 giorni, che servirà per testare l'efficacia della partnership.
L’obiettivo di General Motors è quello di ampliare l'offerta di servizi di mobilità alternativa verso i quali il mercato sta rapidamente facendo rotta, un’idea che anche altri produttori come Ford, Audi, BMW, Mercedes e PSA stanno mettendo in atto.
La sperimentazione della collaborazione sarà condotta nella città di San Francisco e solo successivamente le aziende valuteranno l'eventuale estensione dell'iniziativa ad altri grandi centri del Nord America.
I driver di Uber potranno noleggiare per 179 dollari a settimana uno dei modelli messi a disposizione dalla flotta Maven – l’azienda di noleggio della GM. Le auto in questione sono i vari modelli del marchio Chevrolet, ovvero l’utilitaria Spark, la berlina Malibu, il SUV Tahoe e la media ibrida Volt. L'iniziativa può servire a Uber per reclutare nuovi autisti affiliati, i quali non possiedono un'auto propria o non intendono impiegarla per il servizio.