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Emissioni NOx, l’Europarlamento alza i limiti

Pubblicato il 25/02/2016
Emissioni NOx, l’Europarlamento alza i limiti

Cambiano le disposizioni che stabiliscono il tetto degli ossidi di azoto (NOx) emessi dai veicoli a motore.

Il Parlamento Europeo modifica il regolamento 715, secondo cui i veicoli Euro 6 devono rispettare la soglia di 80 milligrammi a chilometro di NOx. Secondo la nuova norma i limiti per gli ossidi di azoto crescono del 110%, 168 mg/km, nel periodo che va dal settembre 2017 al 31 dicembre 2018 e del 50% entro gennaio del 2020.

L’obiettivo di affiancare ai test di laboratorio le prove su strada – effettuando misurazioni più aderenti alle condizioni reali – ha portato all’adozione dell’RDE (Real Driving Emissions) a scaglioni, vale a dire limiti certi che saranno in un primo momento maggiorati per evitare di mettere sotto pressione l’industria automobilistica.

In un primo momento si era deciso di adottare una proposta piuttosto radicale, respingendo il compromesso trovato fra le autorità europee e i costruttori e introducendo l'obbligo di montare il sistema SCR (Selective Catalytic Reduction), un dispositivo che usa un additivo a base di urea (Adblue) per abbattere le emissioni degli ossidi di azoto. Se questa idea fosse passata le case automobilistiche si sarebbero trovate in una condizione di non sostenibilità economica nel montare il congegno, soprattutto per i propulsori a gasolio di piccola cilindrata.

“Quello che è avvenuto oggi a Bruxelles”, commenta Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, “è veramente assurdo e grave, è una scelta che va deliberatamente contro l’ambiente e la salute dei cittadini. Mentre gli Stati Uniti diffidano e comminano multe alle case automobilistiche che non rispettano le regole, l’Europa invece dimostra di non aver imparato nulla dalla lezione dieselgate e di non vedere l’emergenza smog che attanaglia tante città europee, autorizzando il raddoppio dei limiti”.

Dai calcoli delle Agenzie dell’ambiente un autoveicolo benzina o diesel Euro 5 emette circa 26 mg/Km di particolato (PM10), mentre i limiti stabiliti indicano 5 mg/km; il superamento è originato anche dagli attriti che provocano il consumo di pneumatici e freni. Maggiore la differenza nel caso degli NOx, visto che un Euro 5 a gasolio non dovrebbe emettere più di 180 mg/Km, mentre la stima che deriva dalle prove su strada è di quasi 705.

Sempre riguardo alle emissioni, è di pochi giorni fa la notizia di un superamento dei limiti di NOx nei test effettuati sulla Fiat 500X. Le accuse arrivano dalla Deutsche Umwelthilfe (DUH) che effettua indagini sui modelli motorizzati diesel con presunte irregolarità: il Gruppo FCA, dunque, finisce sotto accusa insieme Opel, Renault e Mercedes. Il SUV italiano esaminato monta un 2 litri MultiJet da 140 Cv (Euro 6) e al momento delle verifiche non aveva raggiunto quasi 4.400 km, facendo registrare a motore caldo un superamento dalle 11 alle 22 volte dei limiti europei sugli ossidi di azoto (gli attuali 80 mg/km). Nonostante l’irregolarità, si deve evidenziare – come nel caso degli altri brand – che anche Fiat non ha usato dispositivi di manipolazione (defeat device) per nascondere i valori delle emissioni.

FCA non ha commentato la vicenda visto che a seguito di una sua indagine interna non è risultato alcuna violazione dell’attuale normativa; tuttavia il Gruppo aveva già annunciato, nelle scorse settimane, aggiornamenti sugli ultimi motori a gasolio e l'adozione del catalizzatore selettivo.

A cura di: Paola Campanelli

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