Auto, quanto consumano realmente?

Tra le molte variabili di cui si tiene conto quando si acquista un'auto, un posto importante occupano i consumi di carburante.
Il periodo di crisi economica ha esasperato per i proprietari delle quattroruote il problema dei costi dei combustibili, sempre troppo alti in rapporto al prezzo del petrolio: da qui, la scelta di orientarsi verso modelli di auto che richiedono meno soste al distributore.
Tuttavia, una volta effettuato l’acquisto, gli automobilisti si trovano nella condizione di riscontrare consumi su strada molto più alti di quelli dichiarati dalle case automobilistiche. La ragione di questa differenza riguarda le poco realistiche procedure con cui si effettuano i cicli di omologazione delle vetture, dai quali si ottengono i valori dei consumi medi ufficializzati dai vari marchi.
L’attuale procedura per il calcolo del dichiarato prevede che l’auto, spesso privata di ogni accessorio e con una configurazione diversa rispetto al modello in vendita, simuli un percorso in strada mentre è posizionata su un banco a rulli. La prova avviene in laboratorio e dura poco meno di 20 minuti: il test riprende in modo poco realistico le condizioni di guida in città, extraurbana e in autostrada, arrivando solo per pochi secondi a una velocità massima di 120 km/h.
Soprattutto nel ciclo urbano, i valori sono ben lontani dalle situazioni che caratterizzano il pesante traffico di città. Inoltre tra gli elementi assenti nelle prove al banco, a tutto vantaggio del risultato, ci sono il vento e la resistenza aerodinamica del veicolo, fattori che si riscontrano nella percorrenza su strada e che incidono pesantemente sui consumi.
A valutare l’entità delle differenze tra consumi dichiarati e reali ci ha pensato l’ICCT (International Council of Clean Transportation) che per la sua indagine ha elaborato i dati provenienti dal sito tedesco Spritmonitor, un database dove gli automobilisti registrano i consumi rilevati nell’uso quotidiano.
La più virtuosa fra le auto monitorate è la Renault Twingo, che ha fatto segnare un consumo effettivo del 10% in più di quanto dichiarato dal costruttore contro una media del campione pari a + 37%; a seguire troviamo la Toyota Auris (scostamento pari a +18 %) e la Peugeot 208, (+28%). Sono state compiute anche delle aggregazioni per marca: nel caso di Mercedes, per esempio, la Classe C e la Classe E hanno ottenuto risultati reali più alti del 52%.
In casa BMW si nota come la più piccola Serie 1 fa segnare consumi reali che si attestano di un +33% su quelli omologati, percentuale che sale a +49% nel caso della Serie 5. La tendenza comune è quella di un incremento delle differenze all'aumentare della massa del veicolo: un esempio arriva dalla Renault, con la Clio che si ferma su un +35% mentre la Megane balza a +44%.
Una delle poche eccezioni è quella riscontrata per la Volkswagen Passat a cui spetta un scostamento dal dichiarato di +34%, ben migliore rispetto al + 41% della più piccola Golf: il dato è addirittura paragonabile al +33% dell’utilitaria Polo.
Quasi tutti i modelli del segmento di gamma alto – come Serie 5, Classe E e Audi A6 – hanno fatto segnare consumi su strada superiori più o meno del 50%. Oltre al peso, a influire su questo andamento è anche la diffusione del cambio automatico, capace di assorbire un bel po’di potenza in più.