Autovelox non tarati: nulle le multe

Torna a far discutere l’argomento degli autovelox non sottoposti a tarature periodiche.
I dispositivi elettronici non a norma sono stati oggetto di una contestazione davanti al Giudice di pace di Vasto. Lo scorso 31 agosto, il magistrato ha annullato una multa notificata a un conducente perché il Comune non è stato in grado di provare che il Velomatic 512 che ha individuato l’infrazione dell’auto fosse stato sottoposto a verifiche periodiche di funzionalità.
Nel caso in questione l’automobilista aveva sollevato tre motivi per impugnare l’infrazione:
- la mancanza di adeguata cartellonistica di preavviso dell’esatto posizionamento dell’apparecchio;
- la mancata visibilità degli agenti accertatori e del servizio di rilevamento a distanza;
- la taratura dell’apparecchio di rilevazione della velocità.
Tuttavia, solo quest’ultima eccezione è risultata decisiva per l’accoglimento del ricorso.
L’ordinanza è stata una delle prime dopo l’intervento della Corte Costituzionale che con la sentenza numero 113 del 18 giugno 2015 stabilisce un principio fondamentale: tutti gli autovelox vanno sottoposti a controlli, senza alcuna distinzione fra velox fissi e mobili.
Il provvedimento della Consulta, da cui sono partiti anche altri ricorsi oltre a quello di Vasto, aveva dichiarato incostituzionale l'articolo 45, comma 6, del Codice della Strada, nella parte “in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche di funzionalità e di taratura”.
In sintesi, è stato respinto l’orientamento della Corte di Cassazione che distingueva gli autovelox mobili da quelli posizionati sulle strade che funzionano autonomamente, prevedendo solo a carico di quest’ultimi l’obbligo di accertamenti periodici.
La Consulta, invece, ha ribadito che qualsiasi strumento di misura, “specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute a invecchiamento delle proprie componenti e a eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione”.
Il check-up dell’apparecchio, sia fisso che mobile, deve essere dimostrato: la prova documentale dell’avvenuto intervento risulta necessaria per fronteggiare la contestazione dell’automobilista ricorrente. In caso di mancata dimostrazione, il verbale è sempre nullo.
Per l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani), la sentenza della Corte Costituzionale ha lasciato un vuoto normativo che dovrebbe essere colmato in tempi rapidi.
Proprio questa lacuna ha fatto sì che i Comuni si affrettassero a revisionare gli autovelox. A Torino, ad esempio, i vigili utilizzano già misuratori di velocità mobili che rispettano l’obbligo di taratura e solo nello scorso mese di luglio ne sono stati controllati 11, certificati al costo di 1.000 euro l'uno.