Volkswagen, il dieselgate coinvolge milioni di veicoli

Le vendite del Gruppo Volkswagen potrebbero subire gravi ripercussioni a causa delle irregolarità rilevate sui motori diesel negli Stati Uniti.
Secondo l’Epa (Environmental protection agency), l’agenzia americana per la protezione ambientale, il Gruppo ha utilizzato un software, dal nome defeat device, che permetteva di ottenere emissioni in linea con i parametri richiesti nel corso dei test di omologazione, mentre nella guida su strada i valori potevano superare di 30-40 volte i dati dichiarati.
Ad accorgersi della discrepanza tra le prove è stata la ICCT, International Council on Clean Transportation, una società non-profit che effettua rilevazioni sulle performance ambientali e l'efficienza energetica nei trasporti. Nel 2013 l’ente ha condotto dei test insieme ad alcuni ricercatori della West Virginia University su un campione di tre auto (di cui 2 Volkswagen) per capire le reali prestazioni delle automobili con motori a gasolio di ultima generazione.
All’indagine prese parte in un secondo momento anche il CARB (California Air Resources Board), l'agenzia dello Stato della California preposta a fissare gli standard sulle emissioni.
I modelli sotto accusa sarebbero Jetta, Passat, New Beetle, Golf e Audi A3 equipaggiate con l’1,6 e 2 litri turbodiesel e prodotte tra il 2009 ed il 2015. Nel mirino dell’Epa anche il motore V6 da 3.000 di cilindrata: i modelli coinvolti sono più numerosi e riguardano i SUV Volkswagen Touareg, Audi Q7, Porsche Cayenne, e le berline Audi A6, A7, A8.
Lo scandalo potrebbe avere anche ripercussioni penali per la casa tedesca a causa delle numerose violazioni e dei danni ambientali: solo negli USA, potrebbe subire una sanzione di 18 milioni di dollari. Inoltre, sono state depositate le prime class action da parte di alcuni studi legali specializzati proprio nelle azioni legali collettive, che hanno depositato l’istanza dopo il comunicato dell’Epa.
Duro anche l’intervento della Commissione Europea, che promette tolleranza zero e il pieno rispetto delle norme in tema di gas inquinanti: la stessa Commissione chiede alle autorità nazionali di indagare sulle auto in vendita in Europa affinché gli standard sulle emissioni siano pienamente rispettati. Al vaglio anche l'introduzione di nuovi tipi di test su strada per effettuare le verifiche, invece che affidarsi solo a quelli in laboratorio.
La portata del fenomeno in Europa è ancora in fase di rilevazione, ma si parla di circa 11 milioni di veicoli dotati di software irregolare: in Germania le vetture diesel sarebbero 2,8 milioni mentre in Italia la stima parla di quasi un milione di vetture.
Proprio in Italia, la procura di Torino ha aperto un'inchiesta contro ignoti non solo sulle auto del brand Volkswagen ma anche sulle quattroruote di altri marchi. Tra i reati ipotizzati dal pubblico ministero Raffaele Guariniello, ci sarebbe quello della frode in commercio.
Volkswagen Italia chiarisce che sono già in corso delle verifiche: “La nostra casa madre Volkswagen Ag”, spiega Massimo Nordio, amministratore delegato della casa tedesca, “sta lavorando a pieno ritmo per comprendere se le anomalie riscontrate all'estero possano riguardare tecnologie utilizzate anche su autoveicoli in vendita o circolanti sul territorio nazionale”. L’ad precisa che i nuovi veicoli del Gruppo Volkswagen dotati di motori diesel, attualmente sul mercato nell’Unione europea, rispondono tutti alla normativa per i gas di scarico EU6 e “soddisfano i requisiti legali e gli standard ambientali, risultando totalmente estranei al caso”.
Secondo alcune indiscrezioni la stessa Volkswagen Italia avrebbe invitato i propri concessionari a sospendere le vendite degli ultimi stock di vetture Euro 5 sotto accusa: si tratta di circa 40 mila veicoli su cui la casa tedesca vorrebbe intervenire allo scopo di regolarizzare le emissioni prima della loro consegna.