Autovelox, taratura obbligatoria per tutti gli apparecchi

La sentenza dello scorso aprile della Corte Costituzionale ha stabilito l’illegittimità dell’articolo 45 comma 6 del nuovo Codice della strada, in quanto non prevede che tutte le apparecchiature utilizzate per l’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionamento.
La motivazione dell’ordinanza, datata 29 aprile, è stata depositata in questi giorni: il provvedimento ha dato ragione a due cittadini che si erano rivolti al Giudice di pace contestando un verbale della Polizia stradale. L’istanza presentata è arrivata, dopo le sentenze di primo e secondo grado, in Cassazione, che di rimando ha sollevato dubbi d’incostituzionalità alla Corte.
Il Codice della Strada prevede che non tutti gli strumenti di controllo elettronico debbano essere sottoposti a taratura: gli autovelox mobili utilizzati dalle pattuglie sono esentati dalle verifiche, in quanto si ritiene che gli stessi agenti siano in grado di rilevare eventuali malfunzionamenti. L’applicabilità si limiterebbe ai soli apparecchi fissi che funzionano in assenza di operatori e proprio questa interpretazione ha scaturito l’ordinanza della Consulta.
Il ragionamento dei giudici si basa sul fatto che qualsiasi strumento di misura, specie se di tipo elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche, dovute a invecchiamento delle componenti e a eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici. L’usura potrebbe portare a misurazioni diverse tra le rilevazioni più datate e quelle attuali, pertanto la polizia deve sempre verificare che essi siano in buon stato di funzionamento.
Per quanto riguarda gli eventuali ricorsi, le cause non ancora concluse e quelle che verranno avviate dovranno considerare la nuova interpretazione, in quanto le sentenze della Corte Costituzionale hanno efficacia immediata dal giorno della loro pubblicazione.
L’informazione sulla taratura dello strumento è in possesso solo dell’organo che ha effettuato il controllo e nel caso in cui il verbale redatto non presenti alcuna informazione sulla revisione dell'apparecchio, è possibile richiederla al corpo di Polizia oppure pretendere che la prova della taratura venga presentata al Giudice di Pace.
Promettono battaglia le varie Associazioni dei Consumatori che hanno annunciato migliaia di ricorsi per annullare le multe. “È evidente”, commenta Carlo Rienzi, Presidente del Codacons, “come, dopo la sentenza della Consulta, le multe rilevate da apparecchi non verificati e tarati siano assolutamente nulle. Questa sentenza apre uno scenario senza precedenti: sarà possibile ora ottenere l’annullamento di migliaia e migliaia di multe per eccesso di velocità, laddove i Comuni non abbiano eseguito la manutenzione prevista dalla Corte Costituzionale”.
Gli stessi autovelox sono oggetto in questi giorni di un possibile disegno di legge che dovrebbe obbligare a piazzarli a un minimo di 300 metri dai cartelli di segnaletica che ne indicano la presenza. Il DDL è opera del deputato Simone Baldelli: attualmente la legge non fissa uno spazio minimo tra la segnalazione e l'apparecchio, ma parla di “distanza adeguata a garantirne il tempestivo avvistamento”.