Uber, il nuovo modo di muoversi

Il modo di viaggiare continua a cambiare e il connubio risparmio-tecnologia contagia anche il trasporto privato: una politica che l’azienda di San Francisco Uber sta seguendo, offrendo un servizio che permette di prenotare un'auto con conducente tramite un'applicazione per smartphone.
Il sistema di autotrasporto Uber nasce negli Stati Uniti e si sviluppa già nel 2009, non ottenendo però lo stesso successo in Europa. In Italia arriva quindi più tardi e si afferma a Milano e Torino, mentre è ancora poco richiesto al sud. Il servizio di Uber, sfruttando la geo-localizzazione, consente di chiamare una vettura anche senza sapere l’indirizzo esatto in cui ci si trova, visualizzandone il tempo di attesa. La tariffa viene stabilita prima del viaggio e il pagamento avviene con carta di credito o tramite conto Paypal. Il prezzo è determinato dalla stessa società e varia a seconda della città: è composto da una quota base e da una quota variabile, quest’ultima associata al tempo di utilizzo e al chilometraggio.
Con l’affermarsi del servizio, l’offerta di Uber è ancora più vasta: si va da UberLux, un vero e proprio noleggio effettuato da autisti professionisti alla guida di auto di lusso, fino ad arrivare a UberPop, che consiste nel passaggio in auto offerto da un privato cittadino: a metà si posizionano Uberblack (l’opzione originaria) e UberSuv, in cui si usufruisce della classica corsa con conducente rispettivamente su berlina o suv.
Tuttavia il servizio sta creando più di qualche problema: la categoria sul piede di guerra è quella dei tassisti, che hanno protestato a metà febbraio sotto la sede dell’Authority dei Trasporti. Gli stessi rivendicano che gli autisti di Uber debbano essere soggetti allo stesso regime fiscale vigente per la loro categoria. Forti le parole dei delegati sindacali che hanno partecipato alla manifestazione, alcuni dei quali hanno affermato che “Uber è un servizio abusivo e illegale”.
I prezzi concorrenziali, soprattutto del più contestato Uberpop, hanno portato alla rivolta dei tassisti di mezza Europa: in Germania, Taxi Deutschland ha presentato un’istanza al Tribunale di Francoforte che ha stabilito la chiusura del servizio Uber nel mese di settembre 2014, salvo dover sospendere l’ingiunzione pochi giorni dopo. Anche a Genova si è registrato un caso simile, con il Giudice di Pace che ha accolto il ricorso di un guidatore di UberPop che si era visto ritirare la patente da un vigile urbano. Lo stesso magistrato ha reputato “non corretta l'interpretazione del vigile urbano che ha contestato al driver UberPop l'articolo 86 del Codice della strada, che norma l'attività del tassista, piuttosto che l'art. 85 sul noleggio delle autovetture con autista”.
Soddisfazione è stata espressa dal general manager di Uber Benedetta Arese Lucini, spiegando che “la sentenza conferma che il servizio offerto da Uber non è in alcuna maniera relativo a un servizio taxi abusivo: se il servizio di taxi è un trasporto pubblico e come tale obbligatorio, caratterizzato da tassametro, partenza da piazzole riservate e utenza indifferenziata, Uber è cosa del tutto diversa”.
Intanto L’Unione RadioTaxi d’Italia ha deciso di contrastare la società americana usando gli stessi strumenti dell’innovazione e del digitale. Dopo aver presentato nel settembre 2014 l’app IT Taxi, ha firmato un accordo con IRU Global Taxi Network (GTN) ed eCab, allo scopo di realizzare un’unica applicazione da coinvolga oltre 160 mila taxi in 3 diversi continenti: l’obiettivo dichiarato è quello di fornire un servizio internazionale.