Incidenti, aumentano i pirati della strada

È il rapporto dell’Osservatorio Centauro-ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) a rilevarlo. Gli episodi di omissione di soccorso sono stati 1009, con 119 persone uccise e 1.224 i feriti: l’incremento è stato del 2,18% rispetto al 2013, anno in cui i casi di pirateria stradale erano stati 987 (con 114 morti e 1168 feriti).
In 583 casi – il 57,8% degli oltre mille – è stato possibile identificare il responsabile che in un primo momento aveva abbandonato il luogo dell’incidente; di questi, 121 sono stati arrestati e gli altri 462 denunciati a piede libero (79,2%). Confrontando quest’ultimo dato con quello degli anni precedenti, si scopre che i pirati identificati erano stati una percentuale più alta sia nel 2013 che nel 2012, rispettivamente con il 55,8% e il 59,7%.
In 114 delle 583 situazioni individuate è stata accertata la presenza di alcol e droga come possibile fattore che ha inciso sulla causa dell’incidente (19,6%). Tuttavia l’attendibilità del dato fa discutere, in quanto il numero dei casi potrebbe essere maggiore: spesso le forze dell’ordine identificano il pirata della strada quando sono trascorse diverse ore o giorni, rendendo superflui eventuali controlli sanitari come esami alcolemici o narcotest.
L’indagine tiene conto anche della presenza dei cittadini stranieri: in 141 episodi sono stati soggetti attivi della pirateria stradale, mentre in 111 casi (pari all’11%) sono stati coinvolti passivamente rientrando tra i feriti e i deceduti.
Bambini e anziani sono i più colpiti in termini di mortalità e lesività: 132 i casi in cui ci sono stati minori coinvolti, mentre 152 hanno riguardato gli anziani (rispettivamente il 13,1% e il 15,1%); tra i primi, quelli di età inferiore ai 14 anni sono stati in tutto 81 (55 nel 2013). I pedoni sono la categoria più a rischio, con 410 eventi: 46 episodi hanno causato la morte e 414 i feriti.
La regione in cui le omissioni di soccorso sono state maggiori è la Lombardia, con 141 eventi (15,9%), segue l’Emilia Romagna con 105 (11%), il Veneto con 94, il Lazio con 92, la Campania con 88, la Toscana con 71, la Sicilia con 70 e la Puglia con 66. Un solo caso in Basilicata e 2 in Valle D’Aosta. Solo nella Capitale sono stati registrati 39 casi gravi, il 3,9% del totale.
La ricerca ha stabilito come nella maggior parte dei casi siano gli uomini di età compresa tra i 18 e i 45 anni a non prestare soccorso, mentre 62 casi hanno riguardato le donne (7 in meno rispetto al 2013). Le pene previste vanno solitamente dai tre mesi ai tre anni: “Solo in caso di incidente mortale con fuga”, commenta il Presidente dell’ASAPS Giordano Biserni, “si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi: questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe essere tra quelli previsti nella sfera dell’omicidio stradale”.