Legge di Stabilità, caos per veicoli Euro 0 e ultraventennali
Dal primo gennaio 2019 sarà vietata, su tutto il territorio nazionale, la circolazione di veicoli a motore appartenenti alle categorie M2 ed M3 con caratteristiche antinquinamento Euro 0. Per farlo sono stati stanziati anche 500 milioni di euro per rinnovare i mezzi delle aziende comunali.

Le decisioni prese dal governo su parte del parco auto circolante stanno creando non poche preoccupazioni ai cittadini italiani.
A far discutere, lo stop imposto ai veicoli Euro 0 a partire dalla fine del 2018: in un primo momento si pensava riguardasse tutti i mezzi immatricolati prima del 31/12/1992, ma la situazione è invece meno critica di quanto si possa credere. La lettura del provvedimento (legge n. 190 del 23/12/2014, articolo 1 comma 232) mette a tacere gli allarmismi dei giorni scorsi: “a decorrere dal 1° gennaio 2019, su tutto il territorio nazionale è vietata la circolazione di veicoli a motore categorie M2 ed M3 alimentati a benzina o gasolio con caratteristiche antinquinamento Euro 0. Con uno o più decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono disciplinati i casi di esclusione dal predetto divieto per particolari caratteristiche di veicoli di carattere storico o destinati a usi particolari”.
Dunque, i mezzi interessati riguardano la categoria dei veicoli destinati al trasporto di persone aventi più di otto posti a sedere oltre al sedile del conducente (M2 con massa non superiore a 5 t, M3 con massa superiore alle 5 t): per la maggior parte pullman e autobus pubblici.
L’Esecutivo ha già stanziato delle risorse per rinnovare i mezzi delle aziende comunali: i fondi sono pari a circa 500 milioni di euro e vengono destinati al solo acquisto dei mezzi su gomma. In questo modo si andrebbe a svecchiare un settore che è il più obsoleto d’Europa: l’età media è di quasi 12 anni contro i 6,1 della Spagna, 6,2 della Svezia, 7,5 della Francia e i 5,4 anni della Germania (dati Asstra, Associazione delle società ed enti del trasporto pubblico locale).
Intanto l'applicazione delle nuove norme sul bollo di auto e moto approvate dal governo Renzi – che ha abolito l’esenzione dal pagamento prevista per i mezzi ultraventennali mantenendola solo per quelli oltre i trent’anni – rischia di creare il caos, vista l’indecisione di alcune Regioni nell’applicare la disposizione.
Secondo i dati stabiliti dall'Ansa, con l’aiuto dell’Aci, l’unica Regione che avrebbe deliberato un nuovo regime per i mezzi ultraventennali sarebbe la Basilicata; quest’ultima ha deciso l’applicazione di tariffe in base alla cilindrata, nella misura di 50 euro fino a 1000 cc (centimetri cubici), 100 euro da 1001 a 2000cc e 200 euro oltre 2001 cc.
La Giunta piemontese, invece, ha stabilito la posticipazione del pagamento al 28 febbraio per i veicoli ultraventennali di interesse storico, nella speranza che il governo intervenga per chiarire la vicenda prima di quella data.
In Lombardia, Emilia Romagna e Veneto l’esenzione dovrebbe essere mantenuta per le sole auto e moto di interesse storico (dai 20 ai 29 anni) iscritte nei registri ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Federazione Motociclistica Italiana (FMI), mentre in Toscana tutti veicoli oltre i 20 anni pagheranno una tassa di possesso forfettaria di 63 euro per le auto e 26,25 euro per le moto. In Abruzzo, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta, la Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche, Sardegna, si dovrebbe rispettare ciò che l’Esecutivo ha stabilito, salvo eventuali cambiamenti dell’ultima ora.