Airbag difettosi, milioni i veicoli coinvolti

Fa discutere il caso della multinazionale giapponese Takata, azienda leader nella costruzione degli airbag, che detiene il 20% del loro mercato mondiale. Il problema riguarda la loro fabbricazione, sotto accusa per un difetto nel deterioramento del gas propellente che serve per far gonfiare l'airbag dopo l'impatto: la conseguenza è l’attivazione improvvisa, con il rischio della perdita di controllo dell’auto.
Già negli anni '90 l’azienda – che conta oltre 35 mila dipendenti in tutto il mondo – subì pesanti critiche per un difetto nella fabbricazione delle cinture di sicurezza, che portò al richiamo di oltre 8 milioni di veicoli negli USA. Questa volta la portata del problema è ancor più rilevante: più di 20 milioni di automobili coinvolte e richiamate dalle case dal 2008 a oggi (di cui 13,4 milioni marchiati Honda) e almeno cinque decessi causati dal componente difettoso. I richiami hanno riguardato modelli prodotti dal 2001 al 2007 e di questi, tre milioni hanno già avuto interventi non totalmente risolutivi.
La casa automobilistica più colpita è stata la Honda, che negli ultimi tempi ha controllato quasi due milioni di vetture da tutto il mondo per correggere problemi agli airbag della city-car Fit (in Europa conosciuta come Jazz), di cui 1,02 milioni di veicoli in Nord America, 666 mila in Giappone e 154 mila in Europa.
Gli stessi problemi hanno indotto altri due gruppi giapponesi, Nissan e Mazda, a richiamare rispettivamente 128 mila e 11.800 vetture: ma ad essere coinvolte sono anche altre case come Bmw, Toyota, Ford, Mazda, Mitsubishi, Subaru e Chrysler, vetture vendute prevalentemente negli Stati Uniti e in minor numero nel resto del mondo. Recentemente anche Audi ha controllato 850.000 A4 (modelli Limousine, Avant e Allroads) costruiti dal 2011 e venduti sia sul mercato europeo che su quello cinese fino allo scorso anno, constatando in alcuni casi il mancato funzionamento del sistema elettronico impiegato per il controllo degli airbag: i dirigenti del gruppo hanno fatto sapere che stanno indagando su una decina di casi di incidenti che potrebbero essere stati causati dal componente sotto accusa.
Il sistema degli airbag prevede il funzionamento di quattro elementi: i sensori di accelerazione, la centralina elettronica di gestione, il dispositivo di gonfiaggio e il cuscino che attutisce il colpo. Quando i sensori memorizzano un’improvvisa decelerazione dell’auto – compatibile con un impatto – inviano un segnale alla centralina, che decide autonomamente se le conseguenze dell’urto sono tali da dover fare aprire gli airbag. In caso di azione, la centralina invia un segnale al dispositivo che fa gonfiare il cuscino (in 30/50 millesimi di secondo) tramite l’esplosione di una piccola carica, evitando che il corpo di guidatore e passeggeri possano urtare contro le pareti dell’abitacolo.
Il cuscino è riempito di azoto o gas inerte: dopo la collisione una serie di piccoli fori sulla sua superficie ne permette lo sgonfiamento. Nel caso in questione, la progettazione errata del dispositivo che gonfia l’airbag rischia di creare un eccesso di pressione al suo interno facendolo esplodere e producendo delle schegge di metallo che possono ferire gli occupanti del mezzo.
C’è inoltre il presentimento che la stessa Takata abbia nascosto il difetto all’Agenzia Governativa Statunitense per la sicurezza stradale sin dal 2004, anno in cui sarebbero stati effettuati dei test segreti sul malfunzionamento degli airbag: le informazioni che ne derivarono potrebbero essere state successivamente distrutte.