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Guida sicura, TPMS e sistemi intelligenti

Pubblicato il 29/12/2014
Guida sicura, TPMS e sistemi intelligenti

Dallo scorso primo novembre è diventato obbligatorio per tutte le auto di nuova immatricolazione equipaggiarle con sensori per il controllo della pressione dei pneumatici. Il sistema è stato introdotto da una normativa europea approvata recentemente con lo scopo di diminuire l’inquinamento e aumentare la sicurezza sulle strade della comunità.

Il TPMS (Tyre Pressure Monitoring System – tradotto “Sistema di monitoraggio pressione pneumatici”) permette di segnalare al guidatore quando uno pneumatico perde pressione a causa di una foratura o semplicemente perché è al di sotto di una soglia di sicurezza. L’utilità di questo dispositivo è duplice: meno consumo di carburante perché uno pneumatico più efficiente fa meno attrito con l’asfalto e più sicurezza per la circolazione, migliorando la tenuta di strada del veicolo e diminuendo gli spazi di frenata. 

La Commissione Europea ha ordinato tramite la nuova normativa che tutti i veicoli della categoria M1 (autovetture) siano dotati di sistemi di controllo per la pressione degli pneumatici. Entro novembre 2012 si sono dotati di sistemi TPMS tutti i nuovi modelli di autovetture ed entro novembre 2014 tutte le autovetture nuove. I sistemi avvertiranno il conducente quando la pressione degli pneumatici scende del 20% rispetto alla normale pressione di marcia a caldo.

La legislazione comunitaria ha dunque previsto con largo anticipo che nella dotazione di serie per i modelli messi in produzione dalle case automobilistiche dal 2012 fosse presente il TPMS, rendendolo obbligatorio per tutte le altre auto da targare dalla fine di quest’anno.

Il TPMS è presente in due varianti. La prima equipaggia le auto più economiche e funziona indirettamente, controllando la rotazione dello pneumatico tramite sistemi come Abs e Esp. Una ruota con una pressione minore avrà un diametro leggermente ridotto, facendola girare più velocemente delle altre. Il limite è che questo tipo di Tpms indica solo l’anomalia del comportamento e non stima il valore di gonfiaggio.

Il sistema diretto ha invece un prezzo maggiore e funziona attraverso un sensore situato all’interno della gomma, vicino alla valvola di gonfiamento. Il sensore rileva continuamente la misura della pressione e la trasmette alla centralina dell’auto che riporta il valore nel quadro strumenti della plancia, rendendola visibile all’automobilista.

Non è detto che tutti i veicoli nuovi abbiamo il dispositivo. Nei parchi auto delle concessionarie sono in vendita anche auto a km 0, veicoli già immatricolati ma mai utilizzati: questi potrebbero non essere dotati di sistema TPMS a causa di una immatricolazione precedente alla messa in vendita.

Intanto l’Europa continua a guardare avanti. Nell’ambito dei sistemi di sicurezza si cerca non solo di rendere più sicuri i veicoli ma anche di correggere comportamenti che dipendono dal fattore umano. La causa più frequente quando si verifica un incidente con un veicolo a motore è l’eccesso di velocità, dovuto alla negligenza o alla distrazione di chi è alla guida.

Da un progetto di sensibilizzazione avviato dalla ETSC (European Traffic Safety Council – l’Istituto norvegese per l’Economia dei Trasporti), si cerca di diffondere i vantaggi del sistema ISA – Intelligent Speed Assistance – presente su molti veicoli o mezzi pesanti. Il congegno, nella sua versione più semplice, è composto da una telecamera che riconosce i limiti di velocità e avverte l’automobilista quando questi vengono oltrepassati. Qualcosa di simile è già presente sulle automobili più moderne: è il caso del dispositivo acustico che avverte quando si supera un limite di velocità impostato tramite computer di bordo o dai dispositivi satellitari usati come navigatori durante la guida, che informano il conducente sulla velocità consentita secondo termini di legge su un tratto stradale.

Da una ricerca effettuata dall’Istituto, il sistema Isa può sensibilizzare chi è alla guida a rispettare i limiti abituandolo ad adattare la velocità: i suoi effetti sarebbero fondamentali per la diminuzione degli incidenti soprattutto per la categoria dei conducenti più giovani. I benefici in termini di sicurezza sarebbero elevati: il dispositivo funzionerebbe anche nelle aree urbane proteggendo l’incolumità dei pedoni, spesso soggetti alla poca disciplina di chi è alla guida. Tra i paesi più favorevoli alla sua adozione, Regno Unito e Belgio: quest’ultimo finanzia, insieme ad altri partner, la campagna iSafer lanciata dall’European Traffic Safety Council per coinvolgere con seminari europei tutti gli Stati membri.

A cura di: Paola Campanelli

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