Italia, troppe auto vecchie

In aumento nel nostro paese l’età media del parco auto circolante: con 9,5 anni, è il più obsoleto d’Europa. Sulle nostre strade si contano circa 37 milioni di vetture e sono in aumento i veicoli con più di dieci anni d’età; nel 2013 erano 17,4 milioni, ben 5 milioni più del 2000. Questo, nonostante le tre tornate di incentivi che si sono susseguite nello scorso decennio.
Nel 2008 i motori incriminati in circolazione erano Euro 2 (9,1 milioni), Euro 1 (3 milioni) ed Euro 0 (5,2 milioni), questi ultimi privi di marmitta catalitica e con diesel di vecchia generazione. Nel 2013, gli Euro 2 erano 6 milioni (1/3 in meno) e gli Euro 1, 1,5 milioni (la metà). Gli Euro 0, i peggiori, erano scesi a 4,1 milioni (22% in meno). In cinque anni con la più forte operazione di rinnovamento possibile, costata alle casse dello Stato oltre 1,2 miliardi di euro, gli italiani hanno rottamato più auto catalitiche (4,6 milioni, pari al 38% di quelle in circolazione) che non catalitiche (1,1 milioni, il 22%). Gli incentivi hanno dunque funzionato solo come rimedio temporaneo per dare respiro al mercato automobilistico.
Il problema da risolvere sarebbe quello di offrire la possibilità anche a chi non ne ha capacità economica di agevolare la sostituzione dell’auto, ad esempio proponendo gli incentivi sull’usato: in questo modo i possessori di veicoli più datati, Euro 0 o Euro 1 con più di 15 anni, potrebbero pensare di passare a una vettura più recente con costi più sostenibili. Senza dimenticare i miglioramenti che si avrebbero in termini di sicurezza e inquinamento: il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo datato è più che doppio rispetto a quello corso in una vettura di recente immatricolazione. Inoltre, un Euro 1 a benzina del 1995 fa registrare emissioni di monossido di carbonio superiori del 172% rispetto a un Euro 4, mentre un diesel Euro 1 rilascia più di 20 volte il quantitativo di polveri sottili di un recente motore a gasolio.
“Le auto vecchie sono un problema economico, sociale e ambientale – dichiara il Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani – che va affrontato subito con misure strutturali. ACI ha inviato al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un progetto con un insieme di misure in grado di razionalizzare il settore della Pubblica Amministrazione legato alla mobilità, con grandi risparmi per le famiglie e lo Stato. Per far ripartire il mercato automobilistico servono incentivi per il ricambio dei veicoli, ma non episodici come in passato, perché devono produrre effetti consolidati.”
D’accordo anche il Vice Ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti secondo cui “non vanno ripetuti errori del passato come la politica di rottamazione che ha prodotto solo una fiammata del mercato. Anche i più recenti incentivi per veicoli a basse emissioni hanno in realtà riguardato solo 11.000 auto, senza incidere sul parco auto. La Consulta dell’Automotive al Ministero dello Sviluppo Economico, cui ACI partecipa, sta lavorando con questa filosofia.”
L’Italia è la nazione d’Europa con la più alta densità di vetture. Ce ne sono 621 ogni 1000 abitanti, quando la media europea è di 490, nonostante il budget riservato all’acquisto dell’auto sia sceso di oltre il 30%.
Sono più di 63 miliardi di euro i soldi spesi dagli italiani nell’automotive che, secondo il Centro Studi Fleet&Mobility, si ripartiscono tra auto nuove (37%), usate (31%) e manutenzione (32%): quest’ultimo è il settore che ha un profitto più alto e che ha dato respiro, in questo periodo di crisi, ai bilanci sempre più in rosso dei concessionari.