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Cinture, le usano l’88% degli italiani

Pubblicato il 02/12/2014
Cinture, le usano l’88% degli italiani

La tecnologia in ambito automobilistico ha fatto grandi passi negli ultimi anni, migliorando i nostri veicoli in tema di sicurezza attiva con quei sistemi che evitano il verificarsi degli incidenti e passiva, con i dispositivi utili a proteggere gli occupanti in caso di collisione con un altro mezzo o un ostacolo.

È curioso però come uno dei meccanismi di protezione più importanti sia anche quello più datato: le cinture di sicurezza. In caso di incidenti, riducono il rischio che guidatore e passeggeri urtino all’interno del veicolo o vengano scaraventati fuori al momento dell’impatto. I nostri corpi, se non trattenuti adeguatamente, continuerebbero a muoversi per inerzia venendo proiettati contro il volante, il parabrezza o il cruscotto, provocandoci lesioni di grave entità.

Negli anni anche questo dispositivo è stato migliorato: le moderne cinture sono munite di pretensionatore che entra in funzione al momento dell’impatto tenendo la cintura aderente al corpo, al fine di mantenerlo ben aderente al sedile. Inoltre è presente un limitatore di tensione che riduce - a urto avvenuto – la pressione esercitata dalla cintura sul torace dell’individuo.

In Italia le statistiche parlano chiaro: in troppi ancora non usano allacciarle. Un’analisi del Centro Studi e Documentazione Direct Line ha evidenziato le abitudini del nostro paese circa l’uso delle cinture di sicurezza. L’indagine, condotta ad aprile 2014, ha coinvolto un migliaio di soggetti tra i 18 e i 64 anni. I risultati non sono dei migliori: l’88% degli intervistati dichiara di usarle sempre, mentre il 12% si divide tra chi le usa saltuariamente o solo nei lunghi viaggi. I più attenti risultano quelli di fascia d’età 18-24 anni con il 90% di utilizzatori, a seguire quelli tra i 35 e i 44 anni  con l’89% mentre gli over 45 e la fascia 25-34 anni registra l’84% degli individui che la indossano. Tra le città più virtuose, Verona, Milano e Cagliari.

Analizzando i dati sui passeggeri le cose peggiorano: solo il 38% dei guidatori si accerta che anche chi è seduto dietro la indossi, mentre più della metà, il 51%, lascia libero arbitrio al loro uso o è convinto che non sia  indispensabile l’utilizzo per i sedili posteriori. Ancor più grave è che solo il 70% conosce la normativa per il corretto trasporto dei bambini in auto e il giusto modo da adottare per allacciarle. Il 30% è invece ignaro di tali disposizioni: di questi, il 7% è convinto che sia solo sufficiente adottare uno stile di guida adeguato per salvaguardarli.

Le cinture di sicurezza sono obbligatorie e devono esserne dotate anche i veicoli storici per poter circolare. L’uso è stato inizialmente imposto dalla legge 111 del 1988, solo per i posti anteriori: nel 2006 l’obbligo, in attuazione di una direttiva europea, è stato esteso anche ai passeggeri di tutti gli autoveicoli adibiti al trasporto di persone e di cose.

Spesso si è convinti che le cinture non siano importanti in città, prediligendone l’utilizzo su strade a scorrimento veloce: ma pochi sanno che sviluppano la loro maggior efficacia tra i 30 e i 70 km/h di velocità. Proprio in città, dove si procede ad andature moderate, esse sono in grado di evitare anche lesioni minime. Il loro utilizzo è fondamentale soprattutto nelle auto più moderne, perché combinato con il funzionamento degli airbag: questi offrono protezione adeguata evitando il 75% delle ferite gravi, ma solo se associato all’utilizzo della cintura. In caso contrario la percentuale scende al 14% e può risultare pericoloso data la violenza d’esplosione del cuscino d’aria.

A cura di: Paola Campanelli

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