Car sharing: un fenomeno in ascesa

Cambiano le abitudini degli italiani in termini di mobilità e si sviluppa, soprattutto nelle grandi città, un nuovo modo di concepire l’auto come mezzo di trasporto: il car sharing, ovvero l’uso condiviso di una vettura da parte di più utenti.
All’estero è un servizio attivo da tempo, mentre nel nostro paese è diventato popolare negli ultimi anni: in città come Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Palermo, sempre più operatori lo propongono.
Il funzionamento è semplice. L’azienda fornisce agli abbonati una card che si utilizza per avviare e terminare il noleggio: la tessera si avvicina al parabrezza in corrispondenza di un chip e l’auto si apre; in alternativa l'auto si apre dalla app del cliente, identificato tramite il numero di cellulare. Dentro l’abitacolo l’utilizzatore troverà le chiavi. La vettura va riconsegnata a un parcheggio dedicato oppure - soluzione ormai prevalente - in qualsiasi parte della città, anche in zone a pagamento.
Ultimamente è possibile prenotare non solo con la App, telefonicamente o con il PC ma - a Milano, Roma e Firenze - anche tramite un’applicazione gratuita per smartphone chiamata Bat Sharing (per ios e android), che permette agli iscritti a più servizi di car sharing di individuare la macchina più vicina e prenotarla. Una funzione denominata Radar consente anche di ricevere, in tempo reale, una notifica nel caso si liberi un’auto più vicina all’utente.
L’auto condivisa permette agli automobilisti di poter godere dei vantaggi della mobilità in auto senza che quest’ultima sia di proprietà, risparmiando sui costi fissi quale l’investimento iniziale per acquistarla, i costi di manutenzione, il bollo, l’assicurazione, nonché le spese di parcheggio. I costi da sostenere per il car sharing sono l’abbonamento annuo, che varia a seconda dell’operatore, e la tariffa del tragitto. L’eventuale infrazione al Codice della Strada punita da una sanzione pecuniaria, sarà imputata dopo la notifica al gestore all’automobilista che guidava il mezzo tramite addebito su carta di credito.
Diverse sono le aziende che propongono il servizio.
Car2Go di Daimler, ad esempio, costa 29 centesimi di euro al minuto, 14,90 euro all’ora oppure 59 euro al giorno; in caso di utilizzo per più di 50 chilometri si applica una tariffa di 29 centesimi al chilometro. Se il cliente dovesse trovare il veicolo con meno di un quarto del carburante totale, potrà fare il pieno e ricevere 20 minuti di guida gratuita. Le auto utilizzate sono le Smart Fortwo. Un altro operatore che si è affermato velocemente è Enjoy di Eni: costa 25 centesimi al minuto e 60 euro al giorno - con un extra di 25 centesimi al chilometro nel caso se ne percorrano più di 50 - e mette a disposizione Fiat 500 e 500L. Altre società utilizzano solo vetture elettriche: la Bee Mobility Sharing, ad esempio, è un operatore partenopeo che fornisce il servizio di car sharing nella sola Napoli con un’autonomia di circa 80 chilometri: tramite il computer di bordo si visualizzano tutte le informazioni su come attaccare e staccare l’auto dalle apposite colonnine di ricarica ed utilizzare il veicolo.
Si stima che a fine 2012 circa 800 mila automobilisti europei abbiano usufruito del car sharing e che nel 2020 si raggiungeranno i 15 milioni di utenti con più di 240 mila vetture al servizio. Il servizio potrebbe “colonizzare” gran parte delle città del nostro paese penalizzando le vendite di auto nuove e usate, nonostante ad oggi la convenienza sia più sugli spostamenti di piccolo raggio.
Secondo uno studio fatto dall’Unione Nazionale Consumatori il costo medio per il mantenimento di ogni singola vettura è di 3101 euro l’anno e ogni famiglia italiana ha in media 1,43 auto (quasi 2 a nucleo). Il car sharing non conviene se lo si vuole sostituire con la prima auto: usando il veicolo tutti i giorni, anche con un chilometraggio annuo non eccessivo (circa 7000km), si spenderebbe quasi il 200% in più.
Rispetto a una seconda auto utilizzata meno le cose cambiano: il confronto è sulla base di 138 spostamenti l’anno a Milano, con 11 km a viaggio, accesso all’area C e due ore di sosta. Per la macchina privata si spendono in media 2418 euro; il car sharing varia da un minimo di 1653 euro ad un massimo di 5332 euro, a seconda dell’operatore. Se consideriamo un utilizzo più razionale, ossia senza la sosta, i costi annui scendono drasticamente: 1399 euro per l’auto privata contro un range che varia dai 538 ai 1219 euro del car sharing. In quest’ultimo caso può essere una valida alternativa alla seconda auto anche nelle altre città.
Sul singolo spostamento è sempre una valida alternativa alla vettura di proprietà e di gran lunga al taxi: da 3,9 a 8,7 euro contro i 5,08-8,83 euro dell’auto e i 34,30 euro del taxi.