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La Polizza Vita come strumento di risparmio

Pubblicato il 31/10/2014
La Polizza Vita come strumento di risparmio

Con l'introduzione della legge di Stabilità si assiste, nel settore assicurativo, ad un drastico taglio delle agevolazioni fiscali, andando a penalizzare quei prodotti assicurativi che ancora prevedevano alcuni vantaggi di detraibilità.

Fino ad oggi era possibile detrarre, sino al 19% e con un limite di 1.291 euro l’anno, i premi assicurativi versati per le polizze che coprono contro i rischi di morte, invalidità permanente e perdita dell'autosufficienza (le cosidette LTC), cioè la capacità di badare a se stessi nella vita di tutti i giorni.

Tranne quindi per le coperture della "non autosufficienza", dove lo sgravio fiscale è rimasto immutato, per le altre, è stato ridotto  a 630€ per i premi versati nel 2013, e a 530€ per quelli che saranno pagati quest'anno

Questo comporterà sicuramente una riduzione di acquisto di tali coperture assicurative da parte di tutti coloro che facevano del "beneficio fiscale" l'elemento decisionale più importante di acquisto di tali prodotti.

Due sono le forme di prodotti, più diffusi, per coloro che vogliono utilzzare il risparmio al fine di garantirsi una vecchiaia più serena e decorosa:

  • le "rivalutabili", legate a gestioni assicurative tradizionali, che garantiscono un rendimento minimo (in media l-2%) con un consolidamento dei risultati (pertanto il sottoscrittore otterrà i soldi investiti più il rendimento maturato fino alla scadenza);
  • le "linked", che si dividono in Unit ed Index la cui prestazione è agganciata invece a uno o più indici di Borsa non offrendo quindi di regola alcuna protezione dell’investimento, anche se il rendimento potrebbe essere decisamente più alto. 

In particolare, le Index in alcuni casi sono talmente complesse, da dimostrarsi adatte a un sottoscrittore con un'adeguata preparazione finanziaria e propensione al rischio

Se la necessità di copertura invece è quella della protezione del "portatore di reddito", magari unico in famioglia, la scelta deve necessariamente ricadere sulle Temporanee Caso Morte (TCM), che garantiscono la liquidazione di un capitale ai beneficiari indicati in polizza, in caso di decesso dell'assicurato nel periodo di tempo coperto dal contratto. 

Discorso a parte vale per le  polizze LTC (Long Term Care, assistenza di lunga durata) che garantiscono la liquidazione di una rendita vitalizia o la fornitura di servizi se l'assicurato non è più in grado di badare a se stesso nella vita di tutti i giorni, oppure le coperture che liquidano un capitale di in caso di morte o invalidità permanente provocati da infortunio (coperture che come le TCM hanno dei costi decisamente più bassi). Tali coperture, a carattere previdenziale, si stanno diffondendo sempre di più nel nostro paese in quanto, l'allungamento della vita media ha come conseguenza logica una maggiore diffusione delle malattie legate alla non autosufficenza e il rischio di morte da infortunio è anch'esso aumentato drasticamente.

A cura di: Leonardo Alberti

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