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Frodi assicurative: in arrivo la banca dati

Pubblicato il 16/09/2014
Frodi assicurative: in arrivo la banca dati

E' in arrivo una banca dati contro le frodi assicurative, problema annoso da cui dipende in gran parte anche il costo salato delle polizze automobilistiche nel nostro paese. Proprio per cercare di dare una soluzione in grado di riportare sotto controllo il fenomeno, è stata elaborata una bozza di regolamento che ha visto il concorso di due Ministeri, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello per lo Sviluppo Economico, sul quale è arrivato in seconda istanza il necessario consenso del Garante per la Privacy.

La banca dati sarà gestita dall'IVASS, l'autorità che vigila sul mondo assicurativo del nostro paese, e avrà la funzione di archivio, da cui vari soggetti potranno attingere informazioni. Tra di essi le compagnie assicurative, che avranno la possibilità di consultare i dati al fine di poterli usare nella valutazione dei sinistri e cercare di capire eventuali anomalie, prima della liquidazione definitiva degli incidenti. Tra gli altri soggetti abilitati dal regolamento, ci saranno anche le forze dell'ordine e l'autorità giudiziaria, al fine di utilizzare le informazioni per la necessaria opera di contrasto alle frodi.

Il database vedrà il concorso di una lunga serie di strutture analoghe, tra le quali l'anagrafe danneggiati e quella testimoni, la banca dati che riunisce le informazioni sui periti, quella riguardante i contrassegni assicurativi, e altre. Anche i dati riguardanti le scatole nere entreranno a far parte della banca dati, dando ulteriori armi contro una pratica che nel nostro paese ha raggiunto proporzioni preoccupanti, sino ad essere indicato dalle compagnie di assicurazioni tra le principali cause del costo troppo elevato delle polizze RC Auto.

La raccolta di questi dati, permetterà all'IVASS di calcolare per ogni incidente un valore oltre il quale lo stesso potrebbe essere considerato anomalo e di conseguenza entrare nell'orbita dei potenziali fenomeni fraudolenti.

Prima di dare il proprio consenso, l'Autorità per la Privacy ha dato una serie di indicazioni stringenti agli uffici competenti. Tra le richieste del Garante, l'utilizzo esclusivo di dati che non andassero ad eccedere le finalità che sono alla base dell'archivio. Va infine ricordato che le informazioni potranno rimanere nella banca dati per cinque anni dalla definizione dell'evento, per poi essere riversati su un altro supporto. Trascorsi altri cinque anni, la loro conservazione sarà possibile solo per un uso statistico.

A cura della Redazione

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