Appropriazione indebita
L’appropriazione indebita è il tentativo di un soggetto di entrare in possesso di una somma di denaro o di un bene mobile altrui senza averne alcun titolo. È disciplinato dall’articolo 646 del Codice penale e rientra tra i delitti contro il patrimonio.
Attualmente, l'appropriazione indebita prevede due sanzioni:
- la reclusione del trasgressore da due a cinque anni;
- una multa da 1.000 a 3.000 euro.
Le pene sono entrate in vigore con il Disegno di legge anticorruzione approvato nel 2018 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 13 del 16 gennaio 2019. Prima dell'intervento normativo, il reato di appropriazione indebita era punito con la reclusione fino a tre anni e con una multa di 1.032 euro.
Il termine di prescrizione di questo reato è di sei anni. A specificarlo è l’articolo 157 del Codice penale: “la prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione”.
L’appropriazione indebita è punibile sempre a querela della persona offesa, che deve essere esercitata nel termine massimo di tre mesi a partire dal giorno in cui il fatto costituisce reato. A tal proposito è bene specificare che è stata abrogata la previsione che il reato fosse procedibile d'ufficio quando si fossero verificate le circostanze riportate nell’articolo 61 del Codice penale, ossia “avere commesso il fatto con abuso di autorità o di relazioni domestiche o con abuso di relazioni di ufficio, di prestazione d'opera, di coabitazione o di ospitalità”.
Nell’ambito dell’RC Auto, ricordiamo che l’assicurato può essere imputato per appropriazione indebita a danno della compagnia se dopo la denuncia di furto del mezzo e il conseguente rimborso del suo valore commerciale per la presenza dell'assicurazione furto e incendio, non ne dichiara l’eventuale ritrovamento.
Ultimo aggiornamento ottobre 2019